Dopo questa cospicua fase anticiclonica dai connotati molto miti garantita da un anticiclone delle Azzorre in ottima forma, la stagione invernale sta per tornare sulla scena nazionale con chiari segnali di ripresa anche sul bacino del Mediterraneo. I valori termici saranno soggetti ad una sensibile flessione che li riporterà più in linea con il periodo attuale, ma non prima di un'ultima fase ancora tutto sommato mite e discreta, soprattutto sui rilievi del Nord e su gran parte del Centro Sud, ove il sole potrebbe far capolino tra addensamenti in transito.
Analisi e previsione
Un primo segnale del previsto cambiamento verrà avvertito già nel corso delle prossime ore, quando i termometri inizieranno a perdere qualche grado specie nei valori massimi, una relativa flessione che interesserà maggiormente le regioni centromeridionali per effetto dell'incremento della ventilazione e la presenza più insistente delle nubi, con un conseguente minor irraggiamento.
Non avvertiremo tuttavia ancora sensazioni di freddo, o meglio, si farà sentire quasi esclusivamente sulla Val Padana e lungo le vallate interne di Toscana ed Umbria, ove insisteranno fitti banchi di nebbia nel corso delle ore notturne ed al mattino - talvolta persistenti anche di giorno - quando l'assenza di vento favorirà le inversioni termiche che spingeranno la colonnina di mercurio sullo zero o poco sotto.
Il cambio di registro vero e proprio sul piano meteorologico è atteso per il fine settimana, quando la Penisola verrà lambita da masse d'aria molto fredde continentali in discesa dalle terre artiche. Di conseguenza registreremo una sensibile diminuzione delle temperature soprattutto sui rilievi settentrionali, lungo la catena appenninica e sui settori del medio basso Adriatico, ovvero laddove le correnti nordorientali si faranno più sentire.
Weekend, torna l'inverno
Nella giornata di venerdì 21 gennaio il fronte freddo sospinto dalla vasta area depressionaria sulla Russia raggiungerà l'Italia, causando una diminuzione termica a partire dalle regioni orientali. Specialmente nelle prime fasi potrebbe generarsi nuvolosità sparsa a tratti più compatta, data dal particolare assetto barico che si genera quando aria decisamente fredda scende verso i Balcani e scorrendo sul mar Adriatico solleva in maniera brusca l'aria più tiepida presente nei bassi strati: tale meccanismo produce la genesi di nubi che in talune situazioni possono portare fioccate fin sulle zone costiere se le temperature lo permettono.
Nelle prime ore di sabato non saranno del tutto escluse delle nevicate fino a quote collinari sui settori adriatici del Centro Sud, specie tra Molise e Puglia, in possibile estensione anche a Basilicata e Calabria.
La prima ondulazione instabile andrà a risolversi già domenica 23 gennaio, quando l'alta pressione tornerà sulla scena nazionale con al più residue precipitazioni sulle regioni meridionali, mentre il sole inizierà a splendere sulle restanti aree italiane.
Attenzione però, perché le temperature si manterranno piuttosto rigide soprattutto di notte e al primo mattino, con valori al di sotto dello zero in molte città del Nord e parte del Centro. Le nebbie non abbandoneranno le aree di pianura settentrionali, con fitti banchi in Val Padana e la possibilità di nubi basse tra Liguria e alta Toscana, ove oltretutto non saranno esclusi isolati piovaschi.
Inizio di settimana invernale
La nuova settimana inizierà sulla falsariga della precedente, con ancora una prevalente ventilazione dai quadranti settentrionali che manterranno i valori termici su note prettamente invernali.
Dall'analisi delle ultime elaborazioni modellistiche, viene confermata con buona probabilità l'ulteriore elevazione dell'area anticiclonica delle Azzorre verso il Nord Europa, tale da lasciar ancora la porta aperta alle più fredde correnti settentrionali, che per l'occasione tenteranno una seconda incursione sempre sulle regioni del medio basso Adriatico e sulle meridionali in genere.
Solamente nella seconda parte settimanale l'alta azzorriana potrebbe riportare il proprio centro verso le sue zone d'origine, tornando dunque a influenzare il bacino del Mediterraneo e di conseguenza anche l'Italia. Una nuova stabilizzazione del quadro meteorologico riporterà l'egemonia ad iniziare dalle regioni del Nord, con un graduale aumento dei valori termici soprattutto sui rilievi.