La domanda di macchine agricole a livello globale cresce in un contesto di mercati frammentati e tormentati da variabili sempre più complesse da gestire. Di contro, il mercato nazionale cala per tutte le tipologie di macchinari agricoli sotto il peso della stagnazione dei redditi, del declino degli incentivi 4.0 e del ritardo del Pnrr.

 

In questo quadro, la produzione italiana, spinta dalle esportazioni, raggiunge il suo massimo storico in termini di valore (16,4 miliardi di euro, come somma dei singoli comparti merceologici). Le quantità prodotte restano lievemente al di sotto della media degli ultimi anni ma l'aumento dei prezzi di listino fa lievitare il fatturato e l'Europa si consolida come mercato principale per le tecnologie made in Italy, seguita dagli Stati Uniti.

 

Questo il quadro che Mariateresa Maschio, presidente di FederUnacoma, ha delineato dinnanzi ai costruttori in occasione dell'Assemblea annuale di fine giugno.

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L'export che ci salverà?

L'Italia nei primi cinque mesi del 2024 prosegue la contrazione delle vendite di macchine agricole che già si era registrata lo scorso anno. L'industria italiana della meccanica agricola però, possiede un know how consolidato e riconosciuto che, in attesa di tempi e politiche migliori sul suolo domestico, genera occasioni importanti sui mercati esteri.

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"Il commercio mondiale di trattrici è cresciuto negli ultimi 15 anni ad una media del 4,7% annuo e le previsioni per il quadriennio 2024-2027 indicano un incremento medio annuo del 4,9% - ha spiegato la presidente di FederUnacoma. Mentre, un andamento ancora migliore, si registra per le altre tipologie di macchine e attrezzature agricole, cresciute ad una media del 5% annuo negli ultimi 15 anni e previste in crescita del 5,4% medio fino al 2027".

 

Tanti i fattori e grandi opportunità in gioco

Si tratta naturalmente di proiezioni che per realizzarsi, devono fare i conti con diversi fattori quali l'andamento climatico, il costo delle materie prime e dell'energia e gli assetti geopolitici.

 

Tra i mercati maggiormente interessanti per l'industria agromeccanica italiana, figurano - in base all'analisi presentata da FederUnacoma - i paesi del Sud-est asiatico come Thailandia e Indonesia, equidistanti dai blocchi politici di Cina e USA, e i paesi africani che risultano in forte sviluppo come Nigeria, Kenya, Ghana e altri.

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A sostenere lo sviluppo nel continente africano, concorre il Piano Mattei, un piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati Africani che punta su istruzione, agricoltura, salute, energia, acqua e che, per ora, coinvolge alcuni Stati Africani. "La Federazione - afferma Maschio - potrà dare il proprio contributo in termini di analisi dei fabbisogni e di offerta tecnologica. Per prevenire i fattori critici e cogliere le nuove opportunità, occorre un sostegno sempre più forte da parte della politica e delle istituzioni, con programmi differenziati per l'accesso ai vari mercati esteri, e con strumenti d'intervento e di sostegno finanziario sempre più rapidi e flessibili".

 

Uno sguardo al mercato Italia

Come già accennato in apertura, il mercato nazionale arretra e lo fa per tutte le tipologie di macchine. Da gennaio a maggio si assiste a cali (sullo stesso periodo di un 2023 già in calo) del 19,2% per le trattrici con 6750 mezzi venduti, del 40% per le mietitrebbiatrici e del 28% per i sollevatori telescopici.

 

Le ragioni sono tante e vanno dalla riduzione degli incentivi 4.0 che hanno gonfiato il mercato nel biennio 2021 e 2022, al ritardo del PNRR (400 milioni per l'agricoltura di precisione e le nuove motorizzazioni) fino alla minore propensione ad investire degli agricoltori imputabile ad un calo dei redditi agricoli.

 

Ma, fa sapere FederUnacoma, "il rallentamento del settore agromeccanico nazionale sembra dovuto a fattori congiunturali e non a un vero calo della domanda interna che, invece, continua a essere sostenuta ma viene soddisfatta in gran parte attraverso il canale dell'usato". Su un totale di 70 mila trattrici immatricolate nel 2023, ben 53 mila sono mezzi d'occasione, mentre solo le restanti 17 mila sono macchine nuove di fabbrica.

 

"Si tratta di un fenomeno che prosegue ormai da diversi anni - sottolinea l'associazione dei costruttori - e che desta preoccupazione, poiché riferito a mezzi vecchi, con una età media di oltre 22 anni, non in grado di rispettare i più avanzati standard di produttività, sicurezza e sostenibilità". 

 

Italia: il mercato flette ma la produzione cresce 

Con un valore del fatturato nel 2023 di 16,4 miliardi di euro, la produzione italiana di macchine e componenti per l'agricoltura e la cura del verde raggiunge il suo massimo storico in termini di valore. 

 

"La crescita del fatturato – spiega Mariateresa Maschio – deriva da un aumento dei prezzi di listino, dovuto all'inflazione e al rincaro delle materie prime e non corrisponde ad un incremento delle quantità prodotte". Hanno avuto un ruolo determinante sul bilancio del comparto, le esportazioni che rappresentano circa il 70% in valore della produzione italiana. 

 

Il valore delle trattrici pari a 2,7 miliardi nel 2023 è aumentato del 13% sul 2022 a fronte di un calo del 6,6% delle unità prodotte (51 mila nel 2023). Toccano i 7,4 miliardi di euro le attrezzature e le macchine operatrici con un incremento del 5,4% mentre, la produzione di trattrici incomplete e parti di trattrici, genera un valore di 1,4 miliardi di euro in crescita del +7,7%. Vanno aggiunti 4,4 miliardi di euro (+5,2%) della componentistica. Unico comparto in controtendenza, quello del giardinaggio che perde il 5,3% con un risultato di 900 milioni di euro.