Al via l'assegnazione dei primi 8mila ettari di terreno del demanio da assegnare a giovani agricoltori. Alla Sicilia il primato della maggiore superficie disponibile.

Ancora in crescita l'agricoltura biologica, che oggi si distribuisce su quasi 2 milioni di ettari, per un giro di affari di 5 miliardi di euro. Carente però l'organizzazione e la presenza sui circuiti della distribuzione.

Il riso soffocato dalle importazioni a dazio zero da alcuni paesi asiatici, mentre il pomodoro da industria fa i conti con le frodi commerciali, con protagonista il prodotto di provenienza cinese.

Si torna a parlare della Xylella, non per i nuovi attacchi ma per i problemi connessi all'eradicazione e alla richiesta di contributi per gli olivicoltori danneggiati.

Gli equivoci sul glifosate e il ruolo della chimica nello sviluppo dell'agricoltura.

La carne si può produrre in laboratorio. Ma è presto per dire addio agli allevamenti. Una "fettina" di un etto costerebbe 500 euro.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Terra ai giovani

Da tempo si discute dell'opportunità di cedere i terreni del demanio ai giovani per favorirne la loro presenza in agricoltura. Ora, finalmente, si passa dalle parole ai fatti con la disponibilità dei primi 8mila ettari di terreno sui 23mila complessivi destinati a questa operazione.

Le domande, come spiega “Il Giornale di Sicilia” del 7 dicembre, vanno presentate attraverso Ismea e la Sicilia, dove sono disponibili 1.700 ettari, vanta la maggiore superficie di terreni dedicati a questa iniziativa.
Più in generale è il Centro-Sud a beneficiare delle risorse messe a disposizione dal demanio.
Lo spiega il “Quotidiano di Puglia” elencando le superfici a disposizione in ogni regione. Una breve notizia su questo argomento la si può leggere anche sul “Corriere della Sera” dello stesso giorno.
 

Opportunità nel "bio"

Per i giovani che vorranno impegnarsi in agricoltura, un settore in espansione è quello delle produzioni biologiche. Si tratta di un comparto in forte crescita, come spiega il 4 dicembre “QN”, che oggi registra un giro di affari di 5 miliardi di euro, su una superficie di 1,8 milioni di ettari sui quali operano 72mila addetti.

A dispetto di questa sua forte espansione, il settore dell'agricoltura biologica sconta però il problema di una scarsa organizzazione. Lo denuncia “L'Arena” del 4 dicembre puntando il dito contro la grande distribuzione che non concede sui suoi scaffali spazi adeguati alle produzioni biologiche.

Si discute di agricoltura biologica anche sulle pagine de “La Stampa” in edicola il 3 dicembre.
In questo caso l'attenzione è però spostata dagli aspetti di mercato a quelli dell'impatto ambientale, che nel caso delle produzioni biologiche sarebbe minore rispetto all'agricoltura tradizionale.
 

Riso e pomodoro sotto scacco

Alle note positive che vengono dal mondo delle produzioni biologiche, si contrappongono le difficoltà di mercato che colpiscono alcuni settori. E' il caso del riso, ancora alle prese con le importazioni a dazio agevolato provenienti da alcuni paesi asiatici.

Se ne discute il 3 dicembre sulle pagine de “La Stampa”, dalle quali i risicoltori chiedono lo stop alle importazioni da Cambogia e Myanmar. Sullo stesso argomento interviene il 7 dicembre “La Provincia Pavese” per criticare la proposta di ridurre le semine per riequilibrare il mercato.

Problemi di altro genere, ma sempre legati alle importazioni, sono quelli che deve affrontare il settore del pomodoro da industria.
In questo caso, come spiega “Repubblica” del 3 dicembre, siamo di fronte a frodi commerciali, con la presenza di pomodoro di provenienza cinese spacciato per italiano.

Dello stesso argomento si occupa “La Verità” del 6 dicembre, con una intervista a Jean Baptiste Malet, giornalista francese che ha realizzato una approfondita inchiesta sulle irregolarità nel commercio delle conserve di pomodoro, che non risparmiano il mercato italiano.
 

Xylella e burocrazia

Gli attacchi di Xylella negli oliveti tornano al centro delle attenzioni dei media con il recente rigetto del Tar ai ricorsi contro la eradicazione degli ulivi infetti. Se ne parla il 2 dicembre sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” e nello stesso giorno “Il Mattino” ricorda le sanzioni che Bruxelles minaccia di attivare se gli abbattimenti non saranno eseguiti nei tempi previsti.

Sull'argomento torna il 4 dicembre la “Gazzetta del Mezzogiorno” per ricordare che già è stato abbattuto il 97% delle piante infette, ma che non si è ancora potuto procedere nelle zone sottoposte a vincolo.

Per gli agricoltori che hanno subìto danni sono disponibili 11 milioni di euro, ma su 1.600 istanze, avverte il “Quotidiano di Puglia” del 7 dicembre, ben 500 non sono valide e i tempi stanno per scadere.
 

Chimica "amica"

Si torna a parlare del glifosate sulle pagine di “Repubblica” del primo dicembre, che ospita un articolo a firma Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita, che invita ad evitare equivoci su questo argomento e ad ascoltare le ragioni della scienza.

Merita una lettura anche l'articolo di Antonio Pascale su “Il Foglio” del 4 dicembre che puntualizza i benefici che le produzioni agricole hanno potuto trarre dalla chimica.

Ancora su “Il Foglio” un altro articolo che merita una lettura per ricordare le tappe che l'agricoltura ha percorso in circa un secolo per assicurare a tutti un più facile accesso al cibo, dopo lunghe stagioni governate dalla fame.
 

La fettina in laboratorio

Per combattere la fame in futuro ci si affiderà al laboratorio, scrive il “Corriere della Sera” del 6 dicembre, illustrando i progressi che si stanno compiendo nella fabbricazione della carne con la moltiplicazione cellulare.
Al momento un processo ancora un po' costoso, visto che produrne un chilo costa quasi 5mila euro, non proprio alla portata di tutte le tasche...

Ma la vera agricoltura è un'altra, non sempre raccontata per quel che vale, e spesso osservata attraverso la lente di pregiudizi e false convinzioni. E' emerso nel corso di un recente convegno del quale offre un resoconto la “Gazzetta di Modena” del 5 dicembre.

Questo articolo fa parte delle collezioni: