La Centrale latte d'Italia sigla un accordo con il big della distribuzione online per vendere il nostro latte ai cinesi.

In Francia va in scena la protesta degli agricoltori contro le politiche di prezzi bassi della Grande distribuzione organizzata.

In Italia ci si preoccupa per l'addio alle quote zucchero e per la conferma dei dazi agevolati europei per le importazioni di riso.

La Xylella avanza è c'è chi propone la lotta biologica con insetti antagonisti. Intanto fioccano le multe agli agricoltori che non rispettano le norme sugli agrofarmaci.

Questi alcuni degli argomenti incontrati sulle pagine dei quotidiani in edicola in questi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Il nostro latte in Cina

Non è la prima volta che il latte italiano si affaccia sul mercato cinese. Ma i primi erano solo "assaggi", ora lo fa in grande attraverso il web. E' di questi giorni l'accordo fra Centrale latte d'Italia e Alibaba, colosso della distribuzione online, per mettere a disposizione sul mercato cinese il latte a lunga conservazione con il marchio Mukki.

Se na parla diffusamente il 4 ottobre su molti giornali e fra questi “Italia Oggi”, dove si percorrono i tratti essenziali di questo accordo che apre al latte italiano una platea di 460 milioni di consumatori.
L'argomento è ripreso da “Il Sole 24 Ore” che ricorda le origini di questa Centrale del latte, nata dalla fusione fra quelle di Firenze e di Torino e oggi al terzo posto fra i big del latte italiano.

L'accordo con Alibaba, come spiega sempre “Il Sole 24 Ore”, ha fatto lievitare di oltre il 19% il prezzo delle azioni della Centrale, un salto che ha messo sul chi va là Consob, che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta per verificarne la correttezza.
 

Commercio online

Nel dibattito interviene “Libero” per mettere l'accento sull'opportunità di fare sinergia con i giganti del commercio internet per valorizzare il made in Italy.
Su questo fronte c'è molto da lavorare anche sul mercato interno, visto che l'Italia è il fanalino di coda in Europa in quanto a commercio online, come conferma “Il Sole 24 Ore” del 4 ottobre.

E pensare che negli Usa si sta mettendo a punto un originale sistema per portare i prodotti agricoli ordinati via internet direttamente nel frigorifero del consumatore. Protagonista di questa sperimentazione è il più importante operatore statunitense della distribuzione organizzata. Siamo ancora alla fase sperimentale, avverte “Italia Oggi” del 4 ottobre, ma il futuro potrebbe riservarci sorprese.
 

Attenti al riso

A proposito di mercati e distribuzione organizzata, va segnalata la protesta degli agricoltori francesi nei confronti delle grandi catene commerciali, che con la loro politica di bassi prezzi sviliscono il lavoro degli agricoltori. Se ne parla il 4 ottobre su “Italia Oggi”.

In Italia le preoccupazioni sono rivolte al riso, dopo la decisione di Bruxelles di continuare con le importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania, con pesanti ripercussioni per il riso italiano, come denuncia il 3 ottobre “Libero”.

Incurante di questo scenario negativo, un importante gruppo industriale pavese continua a crescere inaugurando nuove strutture con le quali si colloca fra i maggiori poli risieri europei. A darne la notizia è “Il Sole 24 Ore” del 5 ottobre.
 

Olio in affanno

Altro settore in difficoltà è quello dell'olio, che sconta le conseguenze dell'anomalo andamento climatico, da Nord a Sud. Così “Il Mattino di Padova” del 2 ottobre lamenta il calo delle produzioni per gli uliveti dei colli Euganei e nello stesso giorno “Il Quotidiano del Sud” conferma la caduta della produzione pugliese, che può tuttavia rallegrarsi per la buona qualità.

Produzione ridotta e ladri scatenati in Liguria, dove le reti per la raccolta vengono ripulite nottetempo, come denuncia “Il Secolo XIX” del 29 settembre.
A dispetto del calo produttivo, il prezzo dell'olio extravergine, si legge in una breve nota su “Il Sole 24 Ore” del 5 ottobre, resta fermo e un aumento si registra solo per l'olio lampante.

Le conseguenze del clima si fanno sentire anche sul raccolto di mele e “L'Arena” del 29 settembre lamenta una caduta della produzione del 50% a causa delle gelate tardive della scorsa primavera. Sarà per questo motivo che sui mercati si trovano ancora mele della stagione passata, cosa perfettamente lecita, come mette in luce “La Stampa” del 30 settembre.
 

Zucchero, addio alle quote

Un altro mercato da monitorare con attenzione nei prossimi mesi è quello dello zucchero, per il quale si prepara la chiusura del regime delle quote. La conseguente liberalizzazione della produzione, avverte il “Corriere della Sera” del 30 settembre, porterà ad un aumento delle importazioni di questo prodotto.

Uno scenario a tinte fosche è quello descritto da “Libero”, che teme la scomparsa dello zucchero italiano. Una previsione che forse pecca di catastrofismo, ma è indubbio che le conseguenze si faranno sentire sui prezzi e nelle analisi de “Il Sole 24 Ore” del 3 ottobre si dà per certa una caduta delle quotazioni. I bieticoltori è opportuno ne tengano conto.

Nel frattempo ci si prepara all'appuntamento dell'11 ottobre a Bergamo, dove si svolgerà il G7 dell'agricoltura, che almeno nelle intenzioni dovrebbe dare una spallata al mai risolto problema dell'agropirateria. Se ne parla il 4 ottobre su “Italia Oggi”.
 

Un rimedio per la Xylella

Continua a tenere banco la vicenda Xylella che si arricchisce di nuovi "colpi di scena". Dal “Nuovo Quotidiano di Brindisi” arriva la notizia di un nuovo focolaio, mentre il “Quotidiano di Puglia” denuncia la presenza di un elevato numero di Philaenus spumarius, l'insetto meglio conosciuto come "sputacchina", che ha molte responsabilità nella diffusione della Xylella.

Dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 3 ottobre Francesco Porcelli dell'Università di Bari fa sapere che il rimedio c'è e si chiama Zelus renardii, insetto antagonista al quale affidare la lotta alla "sputacchina", notizia confermata lo stesso giorno dal “Quotidiano di Puglia”.

Altro argomento di interesse fitosanitario riguarda la disputa sul glifosate, principio attivo di alcuni fra i più diffusi diserbanti. Sull'argomento interviene il 4 ottobre il “Corriere di Bologna”, segnalando i risultati di una ricerca svolta dall'Istituto bolognese Ramazzini che a questo erbicida riconoscerebbe effetti gravi e rischi oncologici.
 

Lotta alla cimice

Altro protagonista delle disavventure fitopatologiche di questi giorni è la cimice asiatica. I danni che questi insetti infliggono alla frutta sono particolarmente pesanti.

In Friuli, afferma il “Messaggero Veneto” del 4 ottobre, la cimice asiatica avrebbe compromesso il 50% della frutta e ridotto del 30% la produzione di soia.
La battaglia alla cimice asiatica si arricchisce però di nuove armi.
L'Istituto agrario Parolini di Bassano del Grappa, ha infatti allo studio alcuni principi attivi che potrebbero essere utilizzati nella disinfestazione anche per le colture bio. Ne dà notizia il “Giornale di Vicenza” del primo ottobre.
 

Nuove patologie

L'invasione della cimice asiatica è solo una fra le nuove patologie che dobbiamo prepararci ad affrontare. Dalle pagine de “La Stampa” del 4 ottobre i fitopatologi avvertono che i cambiamenti climatici in atto sposteranno da Sud a Nord molti patogeni delle piante, in particolare miceti.

Per combatterli bisognerà però prestare attenzione alle norme. Il quotidiano piacentino “Libertà” informa che alcuni agricoltori si sono visti recapitare multe salate per irregolarità sui patentini oppure sui registri dei trattamenti o sull'adeguamento delle irroratrici.

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