L'olio è un settore strategico per l'agroalimentare italiano e per questo abbiamo proposto alla filiera un piano articolato di azioni di breve e lungo periodo".

Così il ministro Maurizio Martina, a margine della riunione del tavolo di filiera olivicolo-oleario che si è tenuta il 21 gennaio presso la sede del Mipaaf a Roma. Durante l'incontro, al quale hanno preso parte i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dei produttori, dell’industria di trasformazione e della commercializzazione, è stato fatto il punto sulla situazione dell’olivicoltura italiana e sono state discusse le misure per migliorare la competitività del settore. 

"Abbiamo vissuto un'annata complicata - ha commentato Martina - e per questo già nelle prossime ore metteremo in campo con le regioni una serie di azioni che abbiano effetto nell'immediato. Nella ripartizione degli aiuti accoppiati abbiamo già stanziato oltre 70 milioni di euro all’anno per l’olivicoltura, ma vogliamo intervenire anche con i fondi di sviluppo rurale, già dalla prossima primavera".

In particolare, il Mipaaf ha proposto alla filiera una strategia di intervento orientata in 4 direzioni, incentrata sul concetto fondamentale di miglioramento dei rapporti tra i vari settori coinvolti, insieme a un forte lavoro sull’aggregazione dell’offerta.
  • Interventi sulla struttura produttiva per elevare la capacità di produzione della singola azienda e quella nazionale complessiva;
  • Qualificazione del prodotto per tutelare e promuovere la qualità del prodotto italiano e favorirne il posizionamento sui mercati anche internazionali;
  • Miglioramento della strutturazione di filiera: per raggiungere una più elevata redditività c’è bisogno di una filiera coesa, con relazioni interne  che funzionano. Sia a livello orizzontale (offerta) che a livello verticale (relazioni contrattuali);
  • Una più efficace politica di comunicazione: introdurre elementi innovativi e cogliere le opportunità che offrirà l’Expo di Milano 2015
Il settore olivicolo nazionale sta attraversando una crisi strutturale, aggravata quest’anno da un crollo netto della produzione generato da un andamento climatico anomalo che ha favorito il diffondersi di fitopatie come la mosca olearia. Tra le azioni intraprese, anche la nomina di un commissario di Protezione civile per fronteggiare l'emergenza Xylella fastidiosa nel Salento.

Siamo molto soddisfatti dell’iniziativa del ministro Martina grazie alla quale, per la prima volta dopo anni, si realizza un obiettivo da sempre auspicato da Assitol e Federolio: riunire tutti gli attori della filiera olivicola attorno ad un tavolo per ragionare insieme su come rifondare e rilanciare un settore così importante per l’agricoltura e per l’intera economia italiana”.

E’ quanto affermato da Giovanni Zucchi, presidente di Assitol e Giuseppe Masturzo, presidente di Federolio, a margine della riunione del Tavolo di filiera olivicolo-oleario.

Zucchi e Masturzo sottolineano dunque l'importanza di un "nuovo patto di filiera, condiviso e coerente", e i grandi temi sui quali si gioca il futuro dell'olivicoltura italiana: l’impiego di nuove risorse, il miglioramento della competitività dell'olivicoltura, la modernizzazione della produzione, la tutela della qualità.

Anche la Cia si è detta soddifatta della strategia proposta dal Mipaaf: "Una strategia nazionale per il rilancio del settore olivicolo - ha fatto sapere l'organizzazione agricole tramite una nota - deve necessariamente puntare sull’ammodernamento aziendale, il miglioramento della qualità, la ristrutturazione della filiera attraverso le organizzazioni di produttori e l’organismo interprofessionale e la promozione come “sistema Italia”".

"Ora è necessario che il nuovo piano nazionale sull’olio, illustrato nel corso dell’incontro e condiviso da tutta la filiera si tramuti in azioni concrete con risorse adeguate - ha fatto sapere la Cia - In questo senso, è imprescindibile una collaborazione con le Regioni per garantire un quadro di interventi coerenti sul territorio nazionale tramite i Piani di sviluppo rurale".

"E’ necessario prima di tutto mettere gli olivicoltori in condizione di produrre - ha spiegato la Cia - agevolando investimenti e innovazioni. In più il ruolo delle Op deve diventare strategico, così come lo sviluppo dei rapporti di filiera attraverso l’Oi. La qualità deve rimanere l’obiettivo dell’olivicoltura italiana, quindi va valorizzata la produzione certificata e portato avanti il progetto per la definizione di un Sistema di qualità nazionale. Resta fondamentale l’educazione e la promozione del prodotto, con un impegno anche istituzionale e non solo degli operatori coinvolti".

Al Tavolo di settore è intervenuto anche Donato Rossi, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura, che ha sottolineato l'importanza dell’internazionalizzazione, "un percorso obbligato per le imprese che troppo spesso è bloccato da appesantimenti burocratici".

Ha inoltre proposto di intervenire sul fronte del credito: "Non basta la sospensione dei mutui - ha detto - ma occorrono da parte delle banche strumenti finanziari nuovi, che sostengano realmente le imprese. Altrimenti i problemi di indebitamento non verranno risolti ma solo rimandati a nuova scadenza".

"Bisogna favorire il passaggio ad un’olivicoltura “da reddito” – ha concluso Rossi - avviando nuovi impianti olivicoli superintensivi per ottenere un brand competitivo, che rafforzi le quantità e faccia ridurre i costi, restando sempre di ottima qualità".