Ribadendo il concetto che “il primario è la madre di ogni attività”.
La più antica Accademia del mondo, rivolta allo studio dell’agricoltura e delle scienze agrarie, guarda al futuro. L’obiettivo è superare le conseguenze della crisi: disoccupazione, nuova povertà e disorientamento. Con una posizione netta del presidente Scaramuzzi: “Il lavoro è per tutti un dovere, oltre e prima ancora che un diritto”. Un principio che “deve essere tenuto ben presente”.
Il lavoro ai tempi della crisi
Così la disoccupazione mostra alcune contraddizioni “quando, per validi motivi di solidarietà umana, accettiamo una immigrazione senza limiti di quantità e qualità professionali, mentre anche tanti giovani non trovano lavoro”.
Guardando più da vicino il rapporto fra lavoro e agricoltura, Scaramuzzi ha posto in luce il ruolo della meccanizzazione come fattore in grado di ridurre i costi, aumentare la competitività sui mercati, migliorare le condizioni di vita grazie all’incremento della produttività, dei redditi e dei salari. Ma anche, contemporaneamente, proponendo qualificazioni del lavoro.
“Cresceranno i sistemi robotizzati – ha riconosciuto il presidente dell’Accademia dei Georgofili -. Si utilizzeranno sempre più i satelliti per teleguidare lavori di grande precisione, anche nelle operazioni colturali agricole”.
Innovazione e tecnologia
Il percorso dell’innovazione e delle nuove tecnologie deve proseguire. “Non si dovrebbe neppure tentare di opporre istacoli ai crescenti ritmi delle acquisizioni scientifiche universali”.
Ogm: la scienza deve progredire
Un messaggio che conferma la posizione dell’Accademia dei Georgofili nei confronti degli Ogm, ribadita anche nei saluti del prof. Antonio Michele Stanca, presidente di Unasa (Unione nazionale delle Accademie di scienze agrarie). “Bisogna superare le resistenze nei confronti degli organismi geneticamente modificati – ha affermato Stanca -. La scienza deve progredire”.
Il tema degli Ogm è strettamente connesso “alla sicurezza alimentare e agli incrementi unitari della produttività, necessari per assecondare le prospettive di crescita demografica”.
Capitale e rispetto della dignità
Nella ricerca scientifica e nello sviluppo tecnologico, d’altronde, i Paesi che hanno compreso il ruolo positivo di una “biosfera arricchita con nuovi organismi che la moderna genetica ci consente di ottenere e utilizzare senza alcun rischio”. Un passo avanti rispetto alla “rivoluzione verde” innescata dopo il secondo dopoguerra.
Altro fattore: il capitale. “Il capitale è essenziale, purché agisca nel rispetto dei valori e della dignità umana e non sia rivolto ad avide speculazioni finanziarie, rischiose per tutti”.
Per Scaramuzzi, anche la Russia o la stessa Cina stanno crescendo rapidamente facendo leva su quell’economia di mercato – per quanto pilotata – grazie ai capitali privati.
Scaramuzzi ritiene che l’opinione pubblica abbia ormai compreso come non esista benessere sociale senza lavoro e non esista lavoro laddove manchi il capitale. Ciò deve indurre a creare nel proprio Paese condizioni che non ostacolino, ma favoriscano gli investimenti.
Il patrimonio della conoscenza
Tuttavia, il capitale non è l’unico fattore essenziale per uscire dalla crisi. Alle moderne imprese serve anche la conoscenza, “del mercato e del know how per produrre”. Idee, capacità manageriali e finanziamenti – ma anche maggiore capacità di reazione delle pubbliche amministrazioni per agevolare l’accesso al credito – sono ingredienti per permettere all’agricoltura di crescere e accompagnare la vita dell’uomo.
Ed è qui, per il suo presidente, “che la forza dei Georgofili è quella degli uomini liberi che sono sempre pronti a recepire le convincenti idee altrui, per arricchire le proprie, nel costruttivo intento di comprendere la pluralità delle opinioni e di cercare di comporla in una sintesi, possibilmente univoca”.
Secondo Scaramuzzi, “il nostro Paese appare impoverito e disorientato” e “stiamo perdendo il senso dello Stato”. Gravissimo.
Al pari di un altro errore denunciato pubblicamente all’inaugurazione del 261° anno accademico dei Georgofili: “Continuiamo improvvidamente a trascurare il settore primario, senza accorgerci che è invece destinato a essere ancora arbitro del futuro globale”. Serve una svolta.