“Porterò il tema dell’‘etichetta a semaforo’ della Gran Bretagna all’attenzione del prossimo Consiglio dei ministri dell’Agricoltura, in programma lunedì 16 dicembre a Bruxelles. Io sono favorevole alla trasparenza delle etichette, ma le indicazioni previste da questo sistema sono fuorvianti per i consumatori, semplicistiche e lesive del lavoro e della qualità delle nostre produzioni agroalimentari. Non staremo a guardare, l’Italia è pronta a rispondere. C’è già un largo schieramento di Paesi su questa stessa posizione e mi auguro che L'Ue riconosca le nostre ragioni in difesa delle produzioni di qualità". Così il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, in merito all’informazione nutrizionale in etichetta tramite sistema “a semafori” che il Regno Unito vorrebbe utilizzare sul proprio territorio.

Una posizione di contrarietà che si unisce a quella espressa nei giorni scorsi da Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, sul sistema di etichettatura alimentare “a semafori” adottato in Gran Bretagna. 
Quello inglese è un sistema di etichettatura che condiziona e non informa i cittadini, uno strumento semplicistico che rischia di danneggiare i prodotti di qualità, in particolar modo quelli italiani”.

Rifiutato a livello comunitario, ma adottato dalla Gran Bretagna come singolo Stato membro, questo sistema utilizza una gamma di colori (rosso, giallo e verde) per evidenziare i tenori di costituenti quali grassi saturi, zuccheri e sale. Guardando unicamente a questi parametri, dunque, un prodotto definito “light” è indicato dal colore verde e quindi consigliato al consumatore, mentre al contrario la presenza di zuccheri o grassi è contrassegnata dal colore rosso.

De Castro ha ricordato che lo scorso settembre "in Parlamento abbiamo presentato un’interrogazione per invitare la Commissione a occuparsi della vicenda" e ha ribadito la volontà di portare la vicenda all’attenzione del Consiglio europeo della Salute.
Secondo De Castro, infatti, i criteri standard di valutazione, basati sui quantitativi di sale, zuccheri e grassi presenti, non permettono al consumatore di leggere nel dettaglio l’etichetta e scegliere autonomamente l’acquisto.

Questo sistema penalizza gravemente i prodotti a denominazione e indicazione di origine, con un chiaro danno per il made in Italy agroalimentare: paradossalmente, anche i classici prodotti della dieta mediterranea come formaggi e salumi Dop o Igp, patrimonio immateriale dell’Unesco, spesso sono indicati come non sani

"Il Parlamento europeo - ha concluso De Castro - continuerà a battersi per garantire la trasparenza delle informazioni in etichetta, tutelando consumatori e prodotti di qualità”. 

Copagri: "Confidiamo nella ferma opposizione del Governo italiano"
"Si corre il rischio di scoraggiare i consumatori sull'acquisto di una grandissima quota della produzione agroalimentare made in Italy, con una scientifica penalizzazione per le nostre eccellenze, tanto apprezzate quanto imitate nel mondo, e per il gran lavoro dei produttori agricoli italiani".
L'allarme viene da Copagri, nel ricordare che tra due anni l'etichetta con i valori nutrizionali sarà obbligatoria in tutta l'Unione.
"Bisogna precorre i tempi ed evitare che possa passare un sistema come quello britannico, che cela forti e distorsivi interessi commerciali" conclude Copagri, schierandosi al fianco dei ministri della Salute Beatrice Lorenzin e delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo nella ferma opposizione all'introduzione del sistema inglese “a semaforo”.