Quinto “Incontra Armando” venerdì scorso a Flumeri, in provincia di Avellino nel pastificio Baronia della De Matteis Agroalimentare, l’impresa produttrice di pasta che promuove da cinque anni il contratto di filiera Grano Armando: si sono incontrati al pastificio gli imprenditori agricoli – almeno 400 secondo gli organizzatori - che seminano grano duro in nove regioni italiane e 36 stoccatori. Tutti seguono un disciplinare di produzione per conseguire il risultato: una pasta prodotta solo con semola di grano duro italiana e di alta qualità, ovvero con proteine superiori al 14,5%.

Con prezzi minimi garantiti agli agricoltori, che hanno diritto a premi in conto qualità: più alto è il tenore di proteine della pasta e maggiore è il prezzo pagato dal pastificio. Una politica amichevole con i fornitori, che consente di produrre una pasta di qualità che vanta 2000 punti vendita in Italia ed una proiezione sull’export che interessa 13 Paesi.
Per la campagna 2015-2016 il prezzo minimo del grano duro è stato fissato a 280 euro alla tonnellata, per un tenore di proteine del 14,5%.

Il contratto di filiera Grano Armando frena nel 2014-2015, con un calo vistoso delle aziende agricole aderenti (320 in meno), degli ettari investiti (2168 mancano all’appello) e del prodotto consegnato (-6888 tonnellate).
Il confronto è con la campagna 2013-2014, che aveva toccato numeri da primato: 940 aziende agricole coinvolte con 10.118 ettari di seminativi messi a coltura, che avevano consegnato ben 35.333 tonnellate di frumento duro per la produzione di pasta di alta qualità, per l’85% dei casi con un tenore di proteine superiore al 14,5%. Un calo che è stato spiegato con i prezzi medi di mercato del “grano duro buono mercantile“ ad ottobre 2014, quando aveva sfiorato in Italia i 400 euro alla tonnellata “franco arrivo” per attestarsi sulla piazza di Foggia a 420 euro.

Eppure il contratto di filiera Grano Armando riparte con ottimismo per il 2015-2016, archiviando l’ultima campagna, che ha visto aumentare la dimensione media dell’investimento delle imprese agricole – passato dai 10,7 ettari del 2013-2014 ai 13,6 ettari del 2014-2015, e toccato un tenore in proteine superiore al 14,5% nel 47% della produzione granaria consegnata agli stoccatori, nonostante le avverse condizioni meteo, che hanno inciso sulle epoche di semina, sugli interventi, e che è un successo rispetto alla media nazionale del 12,6%.

Il clima non ha inciso sul rendimento per ettaro, che passa dalle 3,49 tonnellate per ettaro del 2013-2014 alle 3,57 tonnellate per ettaro dell’ultima campagna, con un valore superiore alle rese medie nazionali del 6,5%.

“Il patto si consolida e si rafforza di anno in anno, i numeri lo confermano – afferma Marco De Matteis, amministratore delegato della De Matteis Agroalimentare – la maggior parte degli agricoltori che aderiscono all’accordo hanno dimostrato di avere sempre più fiducia, tanto da aumentare gli appezzamenti di terreno coltivati a Grano Armando”.

Per Luigi Toriaco - esperto di coltivazioni cerealicole di Syngenta, azienda che assiste, insieme alla Coseme, all’implementazione del patto di filiera - l’annata 2014-2015 ha avuto una funzione pedagogica: "In molti hanno percepito il prezzo minimo garantito dal contratto di filiera e i premi alla qualità come poco remunerativi rispetto a quanto promesso dal mercato, ed hanno preferito non concludere l’accordo senza però tener conto della volatilità del mercato, che ha infatti presentato prezzi molto più contenuti nei mesi successivi, e senza contare l’effetto polizza assicurativo implicito nel prezzo che deriva dalla sottoscrizione dell’accordo. Pertanto credo che chi ha imparato a fare i conti in un’ottica di crescita di lungo periodo tornerà presto verso Grano Armando”.

Il patto di filiera nel 2015-2016 è stato presentato da Francesco Capozio della De Matteis Agroalimentare.
Il prezzo minimo garantito sarà di 280 euro alla tonnellata, con un tenore delle proteine del 14,5%. Secondo scalino, si sale a 285 euro, ma con proteine superiori al 15,5% (i prezzi sono Iva esclusa).
Qualora il prezzo di mercato dovesse essere più alto del prezzo minimo, entra in vigore il premio “qualità”, +6% sul prezzo di mercato (con proteine superiori al 14,50%), o il premio “extra qualità”, maggiorato del 10% rispetto al prezzo di mercato se le proteine superano il 15,50%. Previsto anche un premio "de minimis”: 2 euro alla tonnellata per ogni 0,1% di proteine superiori al 13,50%. Mentre il prezzo massimo garantito è stato fissato a 370,00 euro alla tonnellata.