La stagione fragolicola 2014 è stata molto difficile per i produttori italiani, visto il concentrarsi di diverse problematiche: fattori climatici avversi, elevata produzione, scarsa recettività dei mercati con conseguente crollo dei prezzi.
I primi dati relativi alla stagione 2015 e sui consumi ortofrutticoli lasciano però qualche spiraglio di ottimismo. Si sottolinea comunque che a livello produttivo le superfici destinate a fragola in Italia sono in calo del 4% rispetto al 2014, con una superficie stimata di 3.570 ettari.

AgroNotizie ha intervistato Francesco Nicodemo, presidente di Asso Fruit Italia, per approfondire alcuni aspetti della fragolicoltura italiana e in particolare della fragolicoltura lucana, fiore all'occhiello dell'ortofrutta made in Italy.

Qual è il punto sull’inizio della campagna fragolicola 2015?
“La campagna fragolicola di quest'anno è iniziata in maniera molto soddisfacente - spiega Nicodemo -. Ora con il migliorare delle condizioni meteo saremo in grado di disporre anche di più prodotto. Senza dimenticare che la fragola in Basilicata esprime al meglio le sue caratteristiche organolettiche, di sapore, di colore e di consistenza. Siamo molto fiduciosi in questa fase, contiamo di raggiungere risultati che gratificheranno i nostri produttori”.
 
La fragola nel 2014 ha segnato una bilancia commerciale in rosso: quali sono gli scenari e le prospettive che ci aspettano per il futuro?
“Il 2014 non è stato in generale un anno positivo per la fragolicoltura in genere, tuttavia ne è uscita bene quella di qualità superiore. Le fragole della Basilicata per esempio hanno avuto un buon riscontro sui mercati. La Candonga Fragola Top Quality per esempio è riuscita a posizionarsi molto bene e anche quest'anno sta dando risultati importanti. E' sempre più frequente, sui mercati, che i buyer chiedano fragole provenienti dalla Basilicata. Questo messaggio è importante: significa che investire sulla qualità, l'alta specializzazione e produrre osservando tutte le regole e rispettando l'ambiente sono elementi che non sfuggono. Anzi distinguono il nostro prodotto dalla massa”.
 
Fragole di qualità, buone da mangiare e che soddisfino le esigenze del consumatore. Sono questi gli elementi indispensabili per fare reddito?
“Certo. Oggi il consumatore è attento a seguire un corretto stile di vita. Inoltre è cresciuta l'idea che mangiare bene contribuisca al benessere. In quest'ottica la qualità del prodotto si inserisce perfettamente in questo discorso. Per offrire il miglior prodotto i nostri produttori sostengono investimenti importanti. A tutto ciò si deve aggiungere però la capacità delle aziende di comunicare i propri valori e individuare, anche nei momenti di crisi, nuovi mercati. La sfida è quotidiana”.
 
Come ci si può muovere per riuscire ad avere un export competitivo?
“E' fondamentale fare aggregazione. La nostra Organizzazione di produttori Asso Fruit Italia, che ho l'onore di presiedere, da trent'anni è impegnata con ottimi risultati su questo fronte. Il futuro è proprio questo, continuare ad investire, innovare e rispettare l'ambiente e produrre razionalizzando le risorse necessarie allo scopo. Sono tutti obiettivi che possono essere massimizzati grazie all'organizzazione e al bagaglio di conoscenze tecniche che solo strutture come le Op possono assicurare”.

Una veduta dall'alto dei campi visita della coltura fragola presso Nicofruit a Scanzano Jonico (Mt)