Nel 1990 Maarten Jongsma stava camminando in un campo di fiori di piretro (Tanacetum cinerariifolium) e si accorse dell'alta densità di coccinelle presenti sulle piante. Il ricercatore dell'Università di Wageningen si chiese il motivo di questa presenza, visto che in campo non c'era nulla che potesse nutrire questi voraci insetti. Suppose allora che ci fosse qualcosa nei fiori che attirasse le coccinelle.

Da questa osservazione partì una ricerca durata dieci anni volta proprio a comprendere questo strano fenomeno. I lunghi anni di studio sono sfociati in una pubblicazione, a firma di Caiyun Wang dell'Huazhong agricultural University di Wuhan (Cina), che spiega come i fiori di piretro siano in grado di emettere un feromone che innesca una risposta di fuga negli afidi e al contempo attrae le coccinelle, che di afidi sono ghiotte.
 

Il segreto del fiore del piretro

Gli afidi sono insetti succhiatori che attaccano una grande quantità di piante. Grazie al loro apparato boccale penetrano nei tessuti dei vegetali e iniziano a nutrirsi della linfa. Un comportamento che ovviamente indebolisce la pianta. L'evoluzione ha dotato però Tanacetum c. di un meccanismo di difesa.

Questo fiore infatti accumula in apposite cellule disposte appena sotto la corolla del fiore, il luogo preferito dagli afidi per nutrirsi, dei feromoni di allarme. Dei segnali chimici che quando sono captati dagli afidi inducono essi al volo.

Quando l'apparato boccale penetra nei tessuti vegetali questi feronomi sono liberati e 'succhiati' dall'afide insieme alla linfa. Superano poi il processo digestivo e vengono espulsi con la melata, liberandosi nell'aria. Appena l'afide sente il caratteristico odore interrompe il suo pasto e si allontana, temendo un attacco di coccinelle. E anche gli afidi che si trovano nelle vicinanze scappano.

Il feromone di allarme viene infatti normalmente emesso dagli afidi che cadono preda delle coccinelle (vedi foto seguente). Mentre vengono mangiati questi insetti emettono il segnale di allarme che consente ai simili di mettersi in salvo. Ma per le coccinelle il feromone dell'afide è un irresistibile richiamo. Sono infatti 'abituate' a sentirlo quando si stanno cibando. E dunque quando lo percepiscono nell'aria seguono la scia odorifera in cerca di prede.
 
Un afide preda di una coccinella emette una goccia di liquido giallastro contenente il feromone di allarme
Un afide preda di una coccinella emette una goccia di liquido giallastro contenente il feromone di allarme
(Fonte foto: North American Insects and Spiders)

Insomma, l'evoluzione ha dotato Tanacetum cinerariifolium di un doppio meccanismo di difesa. Un feromone che allo stesso tempo allontana gli afidi e richiama le coccinelle. I ricercatori dell'Huazhong agricultural University ora proveranno a 'spegnere' il gene che codifica per la proteina responsabile del feromone e osservando gli attacchi degli afidi potranno avere la riprova della correttezza del loro studio.

Ma questa scoperta ha anche un risvolto potenzialmente importante nel campo della difesa delle colture. In linea di principio è infatti possibile inserire il gene che codifica per il feromone all'interno di altre specie solitamente attaccate dagli afidi, dal pomodoro al melo, dotandole dunque di questo sistema di difesa.

Oppure sarebbe possibile sintetizzare in laboratorio il feromone emesso dal fiore di piretro per mettere a punto dei diffusori da applicare in campo, in modo da tenere lontani gli afidi e richiamare le coccinelle. Un po' come si fa oggi con molti insetti dannosi grazie alla tecnica della confusione sessuale.