Il punto della situazione
L’intero continente europeo è alle prese con un clima decisamente anomalo per il periodo, con temperature che localmente hanno infranto diversi record di caldo.
Una delle cause maggiori è l'afflusso di correnti sub-tropicali che scorrono in prossimità del vasto campo anticiclonico che ricopre l'Europa Centro-Meridionale. I settori settentrionali devono invece fare i conti con le correnti oceaniche, anch'esse miti, ma particolarmente umide.
Situazione a dir poco preoccupante, con temperature molto al di sopra delle medie in Europa e su parte della Russia, ove il clima si presenta insolitamente caldo fin su Mosca.
L’alta pressione è l’assoluta protagonista anche sull'Italia, ma la piccola novità di quest'inizio settimanale è l'influenza, pur marginale, di un blando fronte instabile sul Centro Europa. La coda della perturbazione ha infatti innescato maggiori annuvolamenti, capaci localmente di causare qualche piovasco o pioviggine. Tali piogge, molto deboli, non hanno interessato solo le coste liguri - come già accaduto nei giorni precedenti - ma hanno raggiunto anche la Toscana e le aree padane della Lombardia, Piemonte ed Emilia.
Nel complesso non vi è però nessuna novità meteo, perché il parziale peggioramento delle ultime ore sulle settentrionali non è sintomo di alcun cambiamento meteo. L'anticiclone continuerà a dominare ancora fino agli ultimi giorni del 2015, aggravando ulteriormente le condizioni già critiche sotto l’aspetto pluviometrico e dell’inquinamento, che affligge soprattutto le aree di pianura e vallive.
Il 2015: l’anno più caldo di sempre
Merita attenzione, perché l'anno che si sta chiudendo risulterà tra i più caldi, se non il più caldo, della storia da quando esistono le rilevazioni. Così il 2015 va a sorpassare il 2014, ma la probabilità che il trend al riscaldamento possa proseguire anche per tutto il 2016 è molto alta, questo perché il “El Niño” è ora in fase massima.
Dati alla mano, l’anno 2015 chiuderà quindi con anomalie positive attorno ai +0.75°C / +0.80°C; una stima della temperatura globale prevista per il 2016 del Met-Office, tuttavia, indica una possibile oscillazione fra i +0.72°C ed i +0.96°C rispetto alla media trentennale 1960-1990. E’ evidente che la crescita del global warming risulta davvero vertiginosa ed inarrestabile.
Analisi
Ancora per una settimana almeno la Penisola dovrà combattere il dominio anticiclonico subtropicale, innescato dall'anomalia barica persistente in sede atlantica. In altre parole, si tratta del classico blocco bicellulare: bassa pressione nella parte settentrionale dell’Oceano Atlantico e alta pressione in Europa. Per le aree continentali questa situazione porta negli strati in prossimità del suolo scarso ricambio e rimescolamento delle masse di aria, e quindi fitti banchi di nebbia farciti da una pericolosa concentrazione degli inquinanti nelle aree urbane e nelle valli.
Discorso differente sui monti e lungo le coste mediterranee, ove non mancano e non mancheranno ampi spazi sereni, con tanto sole e clima primaverile.
Il grande cambiamento barico sul continente europeo sembra però alle porte: gran parte delle elaborazioni modellistiche stanno inquadrando un cambio di registro sostanzioso a livello emisferico per la fine del mese. L'alta pressione d’origine subtropicale avrà difatti modo di spingersi verso la Scandinavia, dando vita ad un potente blocco altopressorio. Una robusta area di alta pressione in quella posizione potrebbe generare due principali movimenti: da un lato andrà a deviare il flusso freddo del fronte polare verso sud-est, e quindi verso l'Europa mediterranea, dall'altro incentiverà un movimento retrogrado di masse di aria molto fredde artiche verso sud-ovest, in direzione balcanica.
Tendenze per l’Italia
Trattandosi di una tendenza sul lungo termine è presto per poter affermare con certezza un radicale cambio anche sulla Penisola italiana. Stando alle attuali emissioni, l'Italia si verrebbe a trovare proprio sul bordo orientale del promontorio che darà vita al blocco scandinavo: in tal modo l'aria gelida arriverebbe a colpire duramente l'Europa orientale e quella balcanica, ma sfiorerebbe solamente il nostro Paese.