Forte accelerazione a novembre per i piani di sviluppo rurale nel novembre 2015, ma rimangono ancora parecchi milioni di euro in dote alle regioni italiane da spendere entro il 31 dicembre per non incorrere nel disimpegno automatico. Passi avanti ce ne sono stati, infatti il dato nazionale aggiornato a fine novembre mostra una crescita della spesa di 322 milioni di euro di quota Feasr.

Questo dato, secondo i dati di Rete Rurale Nazionale, fanno scendere il rimanente da liquidare in quota Feasr a fine anno a 773 milioni di euro, di cui 500 milioni relativi alle aree del Sud e 266 milioni di euro per il centro Nord. L’accelerazione in questi ultimi tre mesi è dovuta in particolar modo al nuovo regolamento approvato ad agosto circa il maggior tempo concesso alle Regioni per effettuare le ultime modifiche ai Psr nella programmazione 2007-2013. Inoltre, la normativa ha concesso alle Regioni una maggiore flessibilità, consentendo redistribuzioni di risorse fino al limite del 5% del budget totale, rispetto al precedente limite del 3%. Una novità che le Regioni hanno colto in pieno, spostando risorse liquide da misure con performance scarse a interventi più attrattivi.

Focalizzando l’attenzione sulle regioni del Centro Nord, l’Asse 1 ha visto perdere 48 milioni di euro, con gli importi maggiori tolti dall’Emilia Romagna (-28,1 milioni), la Lombardia (-18,2) e la Sardegna (-16). La misura che visto ridurre proporzionalmente di più il proprio budget è la 123 “accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”, mentre a seguire ci sono le infrastrutture connesse, la formazione e il recupero del potenziale agricolo. Crescono invece in termini di stanziamento la misura relativa all’ammodernamento delle aziende agricole e l’insediamento giovani.

Per quanto riguarda l’Asse 3, le regioni del Centro-Nord sottraggono in tutto 28 milioni di euro. La più colpita da questo taglio è la misura per la diversificazione in attività non agricole, mentre a seguire ci sono i servizi essenziali, il rinnovamento dei villaggi e del patrimonio rurale. Fra le Regioni che più hanno distorto risorse in questi ambiti sono il Lazio (-12,2 milioni), l’Emilia Romagna (-10,4) e le Marche (-7,7).

L’Asse 4 “Leader”, al Centro-Nord, perde 53,3 milioni di euro, praticamente tutti riferibili alla misura 413, con la Sardegna in testa (-37 milioni), seguita dalla Liguria (-8,7). L’asse 5 relativo all’assistenza tecnica sconta invece una diminuzione delle risorse per 13,4 milioni, con importi simili fra le varie Regioni del Centro-Nord.

A beneficiare di questa sottrazione di risorse da queste misure è l’Asse 2 “Ambiente e paesaggio”. A livello nazionale l’incremento di risorse per questo ambito è di 313 milioni di euro, di cui 149,6 milioni di euro nelle regioni del centro-nord. La misura maggiormente beneficiaria è quella relativa ai pagamenti agro-ambientali, mentre crescono anche le risorse per le indennità compensative per le zone svantaggiate e per gli investimenti produttivi. La A fare la parte del leone è l’Emilia Romagna (+47,9 milioni di euro), seguita dalla Sardegna (+25,6), il Lazio (+22,7) e la Lombardia (+19,4).