Il disseccamento rapido dell’olivo esiste, ma la Xylella non ne è responsabile, o almeno non è plausibile che lo sia. Non solo, secondo le indagini dei magistrati la Xylella fastidiosa sarebbe presente nel Salento da molto tempo, poiché i ceppi riscontrati sono molti, indice di mutazioni che sarebbero avvenute localmente negli ultimi 15 – 20 anni.

E la colpa del disseccamento rapido? Altre patologie: per lo più curabili dagli agricoltori. Sono queste solo alcune delle conclusioni più strettamente tecniche alle quali sono pervenuti i magistrati della Procura della Repubblica di Lecce che hanno firmato il maxiordine di sequestro preventivo per tutti gli olivi interessati all’abbattimento individuati dalla ordinanza di Protezione civile che avrebbe dovuto avere corso sin dallo scorso 16 dicembre.

Ovviamente, la Xylella fastidiosa resta un batterio da quarantena e in quanto tale, anche se non fosse dannoso per gli olivi, andrebbe comunque fermato curando le piante infette e tentando di arrestarne la diffusione agendo sugli insetti vettori.

E mentre si attendono reazioni da Roma e da Bruxelles, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, già venerdì sera ha dichiarato: “La notizia del provvedimento di sequestro da parte della Procura della Repubblica di Lecce è arrivata come una liberazione. Finalmente avremo a disposizione dati tecnici ed investigativi per discutere con l’Unione Europea della strategia finora attuata per contrastare la Xylella, fondata essenzialmente sull’eradicazione di massa di alberi malati e sani”.

Emiliano addirittura arriva a dire: “Credo anche che possiamo considerare chiusa la fase della cosiddetta emergenza. La malattia è ormai insediata, e non può più essere totalmente debellata. Dobbiamo dunque riscrivere da zero le direttive da impartire agli agricoltori e a tutti gli altri soggetti interessati, che potranno consistere in tutti quegli atti e quelle azioni che non comportino l’eradicazione delle piante”.

Emiliano, che paragona il sequestro degli olivi destinati all’eradicazione ai primi provvedimenti della magistratura di Taranto sul caso Ilva, sottolinea: “Da domani si ricomincia una nuova storia nella quale la ricerca di una cura che guarisca la malattia e ne rallenti l’espansione diventa centrale. Questa è la ragione per la quale abbiamo dato vita in Puglia alla task force per la ricerca sulla Xylella, finanziandola con diversi milioni di euro. È chiaro in ogni caso che tutti gli indagati che facevano parte del task force, ai quali comunque auguro di poter rapidamente chiarire la propria posizione, dovranno in questa fase sospendere la loro attività all’interno della task force regionale”.

Emiliano ha chiesto al procuratore capo della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, di essere ricevuto e ha concluso dicendo “La Regione Puglia è persona offesa dagli eventuali reati commessi e ai sensi dell’articolo 90 del Codice di procedura penale si riserva di indicare elementi di prova che possano contribuire all’accertamento della verità”. In caso di rinvio a giudizio, la Regione Puglia si costituirà parte civile.