Poche novità all'orizzonte: anche la seconda decade di novembre sarà caratterizzata dall'anticiclone. Il possibile cambiamento atteso a partire dal 20 novembre è al momento solo un'ipotesi e non resta che attendere eventuali conferme o smentite dai modelli previsionali. Comunque vada saranno le forti anomalie a caratterizzare questo periodo stagionale. 

Il punto della situazione
L’attuale e molto mite prima decade di novembre, che sta portando temperature di stampo primaverile ed assenza di piogge su tutta la penisola, si è dotata di un nuovo primato: in molte aree italiane, in particolare sui rilievi appenninici ed alpini, è praticamente estate, con temperature molto elevate anche nelle ore notturne.
Nei bassi strati, grazie al fenomeno dell’inversione termica che interessa il comparto pianeggiante, i valori termici rimangono più contenuti e possono essere considerati tutt’al più primaverili.
Non a caso nell’ultima nottata è stato superato il record dello zero termico più elevato, dal 1989, per il mese di novembre, che si è collocato poco sotto i 4300 metri. Occorre precisare che un tale valore sarebbe alquanto elevato anche nel periodo estivo, assolutamente paragonabile con le estati più calde (2003 e 2012), che ebbero valori medi simili.
Dati di assoluto rilievo che, se confrontati con la media trentennale, fanno registrare un’anomalia positiva superiore ai 4°C, la quale appare ancora più eclatante se si considera che nei primi due giorni del mese i valori furono leggermente inferiori alla stessa norma climatologica. 

Dati alla mano
Importanti gli oltre 20°C di massima in provincia di Verbania, in molte zone delle vallate interne del Trentino-Alto Adige ed in grandi città come Milano, Torino e Bologna. Tra tutti spiccano però i 27°C di Aosta raggiunti poco prima delle ore 17 del 9 novembre, praticamente una temperatura degna di un tranquillo pomeriggio di giugno o inizio luglio.
Il caldo non ha scherzato nemmeno al Sud, dove sono stati registrati nuovi record mensili a Marina di Ginosa con 28,2°C e a Foggia con 27,4°C. Anche nelle ultime ore si stanno replicando i valori dei giorni scorsi, con temperature diffusamente sopra i 20°C sull’intera penisola e perfino in montagna (20,8°C a Courmayeur). Solo sui litorali tirrenici e su parte della Pianura veneta le nubi basse e le nebbie hanno contenuto l’aumento termico, mantenendo le temperature su valori più consoni. 

Analisi
Un vasto campo d'alta pressione è ormai disteso su tutta l'Italia, mantenendo quel che è una fase meteo eccezionalmente stabile e mite, senza alcuna interruzione. Si tratta dell'anticiclone sub-tropicale, noto incubo dell'estate e che ora - ben presente sul Mediterraneo centrale - annienterà una discreta porzione della stagione autunnale, convogliando masse d'aria molto calde in quota.
Non solo la Penisola deve fare i conti con la bolla sahariana, ma anche parte dell'Europa, dove le perturbazioni atlantiche sono costrette a scorrere alle alte latitudini. Si tratta di un assetto atmosferico decisamente surreale per il mese di novembre, con un anticiclone molta in forma e capace di portare un tepore del tutto fuori stagione.
Il problema è indubbiamente rappresentato da un ottimo stato di salute del vortice polare, che grazie una rotazione estremamente compatta, resta all’interno dei propri confini. Così, se da un lato l’inverno sta iniziando a far sul serio sulle alte latitudini, le medie e le basse rimangono a disposizione di un ospite indesiderato: l’anticiclone africano.
Le novità tarderanno perciò ad arrivare, o meglio, non accadrà nulla di rilevante anche per tutta la prossima settimana: l'unico fenomeno – diverso da sole e temperature miti – sarà rappresentato dalla fitta coltre di nebbia, che in alcuni casi potrebbe trasformarsi in nubi basse, in particolare sulla Val Padana e nelle aree vallive-pianeggianti del Centro-Sud.
Non è certo la prima volta che novembre sia caratterizzato da un clima insolitamente mite e dai connotati poco autunnali, ma in questo frangente l'elemento di maggiore rilievo è rappresentato dalla ferma presenza ed insistenza dell'alta pressione. Questo manterrà a debita distanza le perturbazioni e pertanto non si avranno le classiche piogge del periodo, così come le nevicate sull’arco alpino, ove peraltro il caldo metterà a dura prova anche i ghiacciai.

Evoluzione
Analizzando le proiezioni nel lungo periodo, i primi cenni di cedimento dell'alta pressione potrebbero concretizzarsi non prima del 19-20 novembre, grazie ad un possibile transito di un veloce impulso instabile. L’occasione porterà l’infiltrazione d'aria un po' più fresca, ma potrebbero essere solo disturbi passeggeri, con l'anticiclone già pronto a rimontare verso l'Italia.
Solo qualche giorno dopo, tra il 22-23 novembre, le correnti perturbate atlantiche potrebbero entrare con più decisione sulla scena mediterranea, assaltando quasi definitivamente il vasto campo di alta pressione.
Proprio in questa fase si potrebbe verificare il ritorno di un quadro meteorologico più consono alla stagione autunnale, ma gli elevati contrasti termici non mancheranno ad innalzare il pericolo di fenomeni violenti.

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