Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che il ministro Maurizio Martina, in merito alla lotta contro il batterio della Xylella fastidiosa che ha colpito gli oliveti nella provincia di Lecce, ha firmato venerdì scorso il Decreto ministeriale applicativo della Decisione della Commissione europea del 18 maggio scorso, che aveva fatto proprio il testo deliberato il 28 aprile dal Comitato permanente per la salute delle piante. L’atto del ministro è seguito al parere positivo della Conferenza Stato Regioni, convocata d’urgenza giovedì.
 
Nei giorni scorsi, gli ispettori fitosanitari della Ue, in visita in Puglia, non avevano nascosto il loro disappunto per la vicenda del Piano Silletti, fermato a più riprese dalle sentenze dei Tar. Mentre slitterà di un mese la visita nel Salento del commissario Ue alla salute, Vytenis Andriukaitis, inizialmente prevista per oggi. La missione è stata aggiornata al 20 e 21 luglio, in modo da dare così il tempo al nuovo governo regionale pugliese di insediarsi pienamente.

Ecco cosa dispone il decreto firmato da Martina venerdì e sulla base del quale il commissario delegato all'emergenza Xylella fastdiosa, Giuseppe Silletti, definirà il nuovo Piano d'interventi, d'intesa con la Regione Puglia e che dovrà essere approvato dalla Protezione civile nazionale.

Per effetto del Decreto viene confermato il divieto di importazione di vegetali provenienti da Costa Rica e Honduras su tutto il territorio dell’Unione europea. E’ fatta eccezione per le sementi di caffè.
 
Con il decreto vengono ulteriormente incrementati i controlli alle frontiere su piante provenienti da Stati dove è accertata la presenza di Xylella fastidiosa, che sono ammesse esclusivamente se accompagnate da certificato fitosanitario e a patto di superare specifici controlli dei Servizi fitosanitari regionali.
 
Come previsto dalla decisione Ue viene ulteriormente rafforzata l’attività di monitoraggio in tutte le Regioni attraverso campionamento e analisi in particolare delle piante possibili ospiti del batterio al fine di evitare la diffusione della malattia.
 
La decisione della Commissione europea prevede una procedura valida per tutto il territorio dell’Ue laddove venga accertata la presenza del batterio. In tali casi si individua una zona infetta e una zona cuscinetto. Per quanto riguarda il territorio della Provincia di Lecce, la zona infetta corrisponde all’intero territorio. La zona cuscinetto ha una larghezza di almeno 10 chilometri intorno alla zona infetta.
 
Per la gestione dell’emergenza nel territorio pugliese vengono individuati due differenti approcci, distinguendo tra la zona di Lecce e il resto del territorio.

Nella zona di Lecce, infatti, per il controllo dei vettori di Xylella fastidiosa sono previste stabilmente e obbligatoriamente le buone pratiche agricole nella gestione dei terreni, come quelle effettuate quest’anno e che hanno coinvolto già 80mila ettari con un tasso molto alto di eliminazione dell’insetto vettore come dichiarato dal Commissario di protezione civile.

Dovranno essere dunque lavorati i terreni con operazioni meccaniche per l’eliminazione delle piante erbacee spontanee al fine di ridurre la popolazione degli stadi giovanili degli insetti vettori nel periodo gennaio-aprile di ogni anno.

Nel periodo di presenza del vettore allo stadio adulto sono previsti interventi fitosanitari mirati al contenimento della diffusione del batterio. A questo si aggiunge un monitoraggio e un campionamento nel raggio di 100 metri attorno ad ogni pianta dichiarata infetta, che dovrà essere rimossa come stabilito dalla Commissione.
 
Per le zone al di fuori della Provincia di Lecce, il nuovo piano di interventi, che verrà approntato d’intesa con la Regione Puglia, dovrà prevedere, come da decisione europea, l’eradicazione delle piante infette e di quelle ospiti, nel raggio di 100 metri dai focolai.

Nel frattempo continua l’attuazione delle misure previste dal vecchio Piano Silletti, in particolare per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari mirati al contrasto degli insetti vettori, anche dopo la conferma della legittimità degli interventi da parte del Consiglio di Stato, che ha ribadito la sospensione cautelare delle sole misure del piano rivolte al settore vivaistico e ai produttori biologici.