Anche l'Istat certifica lo stato di grazia dell'export agroalimentare italiano. Secondo l'Istituto nazionale di Statistica nei primi tre mesi del 2015 il comparto ha superato gli 8,7 miliardi di euro come valore dell'export. Risultati record, sui quali il ministro Martina esprime grande soddisfazione. “L'agroalimentare italiano continua a conquistare il mondo – sottolinea – il trend è sostanzialmente in linea con l'obiettivo di 36 miliardi di euro che ci siamo dati per il 2015. Expo può essere un ulteriore volano per il made in Italy, un'occasione che non vogliamo perdere. Il Governo è in campo con un Piano straordinario per l'internazionalizzazione che aiuti le aziende a crescere ancora di più all'estero”.

Il 27 maggio – annuncia Martina – presenteremo il segno unico distintivo per l'agroalimentare italiano, strumento importante per fare sistema e comunicare al meglio il made in Italy al di fuori dei nostri confini”.

“Il trend positivo per l'export italiano è una buona notizia per l'economia italiana – commenta il presidente della Cia Dino Scanavinol'alimentare è una delle attività economiche più dinamiche, con una crescita di oltre il 13%. Nel primo trimestre del 2015 sono stati collocati 5,7 miliardi di euro sul mercato europeo e oltre 3 miliardi le vendite extra Ue, con l'ottima performance degli Stati Uniti, che hanno visto aumentare le proprie importazioni provenienti dall'Italia del 20%”.

Non possiamo sottovalutare però le difficoltà sul mercato russo – ricorda Scanavino – dove gli effetti dell'embargo si fanno sentire ancora moltissimo. L'export italiano in Russia si è praticamente azzerato (-83%). Situazioni come quella russo-ucraina rischiano di ripercuotersi negativamente sui prezzi agricoli in seguito all'aumento delle eccedenze di produzione. Dobbiamo rivedere una volta per tutte le misure per gestire le crisi di mercato e per minimizzare i rischi delle imprese”.

Coldiretti vede invece di ottimo auspicio la crescita dell'export extra Ue. “Il cibo tricolore cresce su tutti i mercati, ma gli aumenti record sono stati in Cina e in Usa. Il comparto agroalimentare traina l'export made in Italy, sostenendo lo sforzo del Paese per uscire dalla recessione. Nel caso degli Usa il boom è dovuto anche alla spinta del tasso di cambio euro/dollaro favorevole, che si conferma un'opportunità per sostenere la ripresa economica. L'ottimo risultato dell'export segue i segnali positivi di ripresa anche sui consumi interni, con le vendite al dettaglio che aumentano dello 0,7% nel primo bimestre con un tasso doppio dell'1,4% nell'alimentare”.