Aumentano in Italia le superfici a pomodoro da industria. Ma sulle rese prevale la prudenza, a causa delle intense precipitazioni e delle temperature inferiori alle medie stagionali. Secondo l’Ismea, che ha condotto a fine giugno un’indagine sul campo in collaborazione con Italia Ortofrutta, Unaproa e l’Alleanza delle cooperative italiane, gli investimenti a pomodoro da industria dovrebbero crescere quest’anno del 19%. Non è chiaro se si avrà però un aumento dei rendimenti unitari, sicuramente inferiori alle attese, dopo l’esito deludente della scorsa campagna, quando il raccolto scese ai minimi degli ultimi vent’anni.

A giudizio degli esperti, molto dipenderà dall’evoluzione meteorologica di agosto e settembre che avrà un impatto soprattutto sulle varietà medio-tardive. Al momento tuttavia - spiega l’Ismea - lo sviluppo delle piante e della bacche non appare ottimale e anche sul piano fitosanitario sono diversi i problemi segnalati dagli agricoltori.

Riguardo agli investimenti, l’Emilia Romagna si conferma la prima regione in Italia, con il 47% della superficie nazionale destinata al pomodoro da industria. Seconda è la Puglia, con una quota del 24% sul totale e una forte concentrazione degli impianti nella provincia di Foggia, mentre in Emilia Romagna il grosso delle coltivazioni è localizzato nei comprensori di Piacenza, Ferrara e Parma.

Di un certo rilievo anche il peso della Lombardia, dove gli investimenti rappresentano l’11% della superficie nazionale. Seguono Campania e Toscana, ciascuna al 4% di quota, davanti al Veneto con un’incidenza del 3%.