Un crollo della produzione del 60 per cento e un calo del prezzo medio all’origine del 39 per cento rispetto allo scorso anno.
Annata negativa per la nocciola Tonda di Giffoni una tra le cultivar italiane più pregiate: il 90% della produzione salernitana totale di nocciole è costituito proprio dalla Tonda di Giffoni, coltivata su circa 2600 ettari. Il tutto a causa del caldo e della siccità.

Solo nei monti Picentini, la produzione è scesa dai 50mila quintali di raccolta del 2016 ai 20mila di quest’anno.
Cala anche il prezzo: lo scorso anno un quintale di nocciole si vendeva a 390 euro; oggi il prezzo oscilla dai 224 ai 280 euro al quintale.

"La provincia di Salerno detiene una posizione strategica nel settore corilicolo e contribuisce in maniera significativa all’offerta campana e nazionale – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio - ma il comparto è ancora troppo frammentato, con un'offerta quantitativa troppo bassa a fronte di un'eccellente qualità".

Secondo Sangiorgio, che riprende quanto già detto dalla Cia Campania nei giorni scorsi: "Per non perdere ulteriori spazi di mercato, è necessario soddisfare le esigenze dell’industria dolciaria ottimizzando i processi e le tecniche di coltivazione, creando una filiera moderna a partire dalle strutture necessarie, centri di raccolta e stoccaggio e centri di prima trasformazione, oltre a nuove forme di cooperazione agricola per gestire il processo".

"Ad incidere fortemente sulla mancata produzione è stato soprattutto il vento caldo che ha letteralmente asciugato i frutti sugli alberi - afferma Angelo Petolicchio, fondatore della Cooperativa Tonda di Giffoni e del Consorzio di Tutela Nocciola di Giffoni Igp -  Il problema più grave adesso riguarda le importazioni: rischiamo di trovarci invasi da nocciole straniere. Bisogna lavorare da subito per mettere in campo un’assistenza tecnica e specialistica agli imprenditori agricoli, per scongiurare un’altra annata disastrosa per il settore".