L'atto della Commissione Ue - che contempla tra l'altro la possibilità di riprendere gli impianti di olivi sani e resilienti nella zona infetta colpita da Xylella fastidiosa, è attesa per il 19 settembre, e sarebbe dovuta arrivare già tra giugno e luglio. Ma si era arenata per l'arrivo di altri emendamenti di altri paesi membri.
La risposta positiva della Commissione sbloccherebbe i fondi Programma di sviluppo rurale della Puglia per la ripresa degli investimenti in tutta l'area infetta.
Intanto iniziano ad esserci evidenze di olivi immuni al batterio killer proprio nella zona focolaio del Salento, mentre il Consiglio regionale della Puglia ha avviato il processo di adeguamento delle norme della legge regionale sulla gestione dell'infezione a quanto disposto dalla decisione di esecuzione della Commissione Ue 789/2015 in materia di rimozione di piante infette e piante potenzialmente ospiti sane.
Olivastri immuni, una sperimentazione sotto vigilanza Cnr
Giovanni Melcarne, agronomo, olivicoltore e presidente del Consorzio di tutela dell'olio extravergine di olive Terra d'Otranto Dop, sta conducendo da oltre un anno due sperimentazioni per individuare nella zona focolaio cultivar immuni alla Xylella. Le ricerche, frutto di iniziativa privata, procedono sotto la supervisione e con il lavoro della sede di Bari dell'Istituto per la protezione delle piante del Comitato nazionale per le ricerche."Stiamo monitorando con i ricercatori del Cnr 19 piante di olivastro, quindi di olivo selvatico, stanziate nei territori dove l'infezione è più diffusa, nei comuni di Ugento e Gallipoli da ben 15 mesi e dopo cinque cicli di analisi queste piante risultano immuni da Xylella fastidiosa - riferisce Melcarne ad AgroNotizie, sottolineando che - alcune di queste sono poste accanto ad altri olivi, di altre cultivar, colpiti irrimediabilmente dall'infezione, e si stima che debbano aver subito l'inoculo del batterio da parte degli insetti vettori presenti in zona".
L'obiettivo di questa sperimentazione e di un'altra basata sugli innesti è quello di individuare piante assolutamente immuni da Xylella: "Questo perché ha scarso senso economico sottoporre poi a miglioramento genetico piante che si infettano pur rimanendo resilienti, poichè saranno sempre delle piante a ridotta produttività, inoltre farebbero comunque da serbatoio per l'infezione" dice Melcarne.
Insomma, dopo le piante resilienti - Leccino e Favolosa - pure candidate a ripopolare il Salento, arriva l'olivastro "che ha il pregio di essere la base di tutte le cultivar conosciute ottenute dall'uomo, che sono oltre 1500, e che ci consente di orientare il miglioramento genetico al tempo stesso verso l'immunità da Xylella e una maggiore produttività" sottolinea l'imprenditore promotore della sperimentazione.
Melcarne sta conducendo anche un'altra sperimentazione, sempre sotto il controllo del Cnr, questa volta in un fondo della sua azienda agricola: 270 cultivar diverse e sane sono state innestate su piante di olivo infette. "In questo caso non abbiamo ancora evidenze scientifiche - dice - ma c'è un certo entusiasmo, perché sembra che alcune cultivar innestate riescano a non evidenziare, per ora, i sintomi dall'infezione, ma il nostro obiettivo è selezionare, lo ripeto, cultivar immuni".
Consiglio regionale Puglia, si torna alle norme Ue
Ieri, 4 settembre 2017, la quarta commissione del Consiglio regionale della Puglia presieduta da Donato Pentassuglia, ha approvato a maggioranza - con il voto contrario del Movimento 5 Stelle e l'astensione di Forza Italia, Ap e Direzione Italia - il disegno di legge che adegua le disposizioni regionali per la gestione della batteriosi da Xylella fastidiosa alle norme europee in materia.Per quanto riguarda le misure di eradicazione del patogeno, si prevede la rimozione immediata della pianta infetta, di tutte le piante notoriamente infette e delle piante che presentano sintomi della possibile infezione o sospettate di essere infette nel raggio di cento metri, oltre all'abbattimento delle piante ospiti presenti, a prescindere dal loro stato di salute.
Vengono inoltre specificati i siti, nel cui raggio di duecento metri il Servizio fitosanitario regionale ha disposto la rimozione immediata di tutte le piante risultate infette.
In riferimento all'accesso al Fondo di solidarietà nazionale per la compensazione del mancato reddito a causa della batteriosi, la legge prevede che si applichi anche alle aziende vivaistiche cosiddette non agricole, che producono cioè in substrati diversi dal suolo agrario, ma che siano comunque registrate alla Camera di commercio come imprese agricole.
Per quanto riguarda invece la tutela degli ulivi monumentali, che secondo la legge non vanno rimossi ma isolati, si specifica che la norma vale per le piante non infette ricadenti nel raggio di cento metri di distanza dalla pianta infetta nella zona delimitata soggetta a misure di eradicazione.
Al fine di sostenere la vitalità degli ulivi monumentali infetti, la sperimentazione scientifica è consentita nella zona infetta ad esclusione della zona di venti chilometri nella quale si applicano le misure di contenimento. Ora le norme sono attese al vaglio definitivo dell'aula.