Si tratta del prezzo di riferimento delle nocciole piemontesi, utile comunque per avere un'indicazione di come potrebbe presentarsi l'annata dal punto di vista della remunerazione per gli agricoltori a livello nazionale. Le gelate di aprile e poi la siccità hanno inciso sulla quantità e la qualità della produzione, facendo calare il prezzo rispetto ai 420 euro al quintale fissato lo scorso anno.
I prezzi in Campania
Ma in Campania, principale polo produttivo nazionale dove secondo le indicazioni di mercato pervenute ad AgroNotizie la produzione 2017 è attesa a circa -60% sullo scorso anno, i prezzi al quintale delle nocciole oscillano tra i 220 e i 250 euro al quintale, con medie stabili sui 240 euro solo per la Tonda di Giffoni.
In Turchia aperta un'inchiesta sui ribassi delle nocciole
Questi prezzi bassi, solo in parte giustificabili con la bassa qualità dei frutti in guscio, sono da inquadrare in una congiuntura internazionale tutta improntata alla scarsità di prodotto, visto che la produzione è crollata anche in Turchia, dove i prezzi erano ugualmente precipitati per attestarsi, sui valori massimi, intorno ai 217 euro al quintale, invece di aumentare.Per questo motivo il Governo turco, in questo momento, sta acquistando nocciole sul mercato da immettere nei magazzini dell'Esercito per sostenerne il prezzo, che è risalito intorno ai 240 euro/quintale. E al tempo stesso ha deciso di aprire un'inchiesta federale sul crollo del prezzo.
La posizione della Cia Campania
"In ogni caso - osserva Alessandro Mastrocinque, presidente della Cia Campania e vicepresidente della Cia - agricoltori italiani - i prezzi fissati in Piemonte qui in Campania ce li sogniamo, pur essendo la regione con il numero più alto di produttori a livello nazionale. Abbiamo varietà importanti come la Tonda di Giffoni, la Mortarella o ancora la San Giovanni, ma non basta. Per migliorare il prezzo occorre avviare un piano strategico di aggregazione della produzione, oggi eccessivamente parcellizzata, e occorre puntare sulla ricerca per offrire varietà ancora più appetibili sia al consumo che all'industria"."Dobbiamo lavorare - prosegue Mastrocinque - sulle qualità delle nostre cultivar, per esempio pensare alla produzione di noccioline più zuccherine che farebbero comodo ai grandi player del mercato nazionale e internazionale, in cambio naturalmente di un miglioramento del prezzo. Siamo in campo per porre fine a questa disparità del prezzo".
In Campania sono presenti il 41% delle aziende corilicole italiane. Esse risultano distribuite soprattutto nelle province di Avellino e Napoli, che da sole rappresentano il 77% delle realtà della regione.