L'Università di Bari, l'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr e il Centro di ricerca sperimentazione e formazione in agricoltura "Basile Caramia", lanciano il test veloce di tolleranza alla Xylella, innestando sul piede di olivi secolari malati di cultivar Ogliarola, delle cultivar sane diverse, in modo da testare rapidamente la tolleranza o la resistenza all’infezione di queste ultime.
Ma dalla Regione Puglia arrivano cattive notizie: una nuova pianta si aggiunge al già lungo elenco di quelle potenziali ospiti del batterio: è il Pelargonium x fragans, una specie appartenente al genere, molto diffuso, dei gerani.
Si chiama "Xylella quick time tollerance", test veloce di tolleranza alla Xylella, ed ha l'obiettivo di testare cultivar di olivo tolleranti al batterio che ha infestato gli uliveti salentini: è il progetto di ricerca condotto dall'Ipsp del Cnr, dall'Università di Bari e dal Centro Crsfa “Basile Caramia”, sotto l'egida di Coldiretti Lecce e con la collaborazione dell'imprenditore Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio di tutela dell'olio extravergine di olive Terra d'Otranto Dop.
Il progetto è stato presentato a Presicce (Lecce), in località Masseria del Feudo, in un campo sperimentale di 12 ettari in cui sono stati innestati mille ulivi secolari con 250 varietà, di cui 220 italiane (moltissime interessate da Dop) e 70 delle quali pugliesi e salentine, per un totale di circa 5mila innesti.
Tra le varietà d'innesto, anche cloni delle cultivar autoctone Ogliarola e Cellina, tra quelle più colpite dall’infezione, al fine di redigere una vera e propria scala di tolleranza delle varie cultivar, al batterio.
Alla presentazione erano presenti il direttore ed il presidente di Coldiretti Lecce Giuseppe Brillante e Pantaleo Piccinno, il proprietario del terreno Giovanni Melcarne ed un gruppo di olivicoltori e tecnici.
Il progetto di ricerca sfrutta il piede infetto di Ogliarola per trasferire meccanicamente e velocemente il batterio nell'innesto, accelerando così la risposta della cultivar innestata, in termini di tolleranza e resistenza.
Una modalità che azzera inoltre l'età variabile della pianta, che può condizionare i tempi della comparsa dei sintomi.
"La ricerca - ha spiegato Brillante - è l'attuazione concreta dell'impegno che Coldiretti ha assunto, di salvare, tramite la pratica degli innesti, almeno 5mila ulivi secolari. Si vuole valutare se esiste una concreta speranza per il mantenimento dell'olivicoltura nelle aree infette da Xylella".
"Rimane una inconfutabile realtà - ha aggiunto Piccinno - l'oliveto salentino è ammalato di Xylella e le sue condizioni peggiorano giorno dopo giorno. Nello stesso tempo non siamo rassegnati. Il campo sperimentale approntato da Giovanni Melcarne, interamente a sue spese e senza aiuto alcuno, rappresenta un patrimonio inestimabile di supporto alle indagini scientifiche".
Intanto a Bari la Regione Puglia, con determinazione del dirigente di sezione fitosanitario Silvio Schito, dell'8 settembre 2016, n.7, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia n.107 dello scorso 22 settembre, pone sotto osservazione un organismo appartenente alla famiglia dei gerani: il Pelargonium x fragans.
Quest'ultimo è stato individuato come pianta ospite, al quale verranno d'ora in poi applicate le disposizioni della decisione di esecuzione della Commissione Ue 789 - 2015 del 18 maggio 2015 relative alle "piante specificate e piante ospiti".
Il provvedimento prevede che le disposizioni riportate nella decisione di esecuzione della Commissione Ue si applichino anche ai "soggetti operanti nell'attività di produzione, commercializzazione e movimentazione di vegetali e prodotti vegetali" che "saranno controllati da parte dei soggetti preposti per la verifica delle prescrizioni impartite".