La riforma della Pac è cosa fatta. Manca solo la pubblicazione dei testi, attesa per i primi giorni del prossimo anno, e si passerà alla fase applicativa. E molte scelte di politica agricola ricadranno sui singoli Stati. Tutti nella Ue si stanno già muovendo per decidere come e cosa fare. In Italia le organizzazioni degli agricoltori hanno una forte responsabilità nell'interpretare opportunità e “trabocchetti” che la nuova Pac presenta e per indirizzare al meglio la scelta che le istituzioni nazionali dovranno fare. Lo ha detto il presidente della Comagri, Paolo De Castro, intervenendo a Bologna al congresso dell'Alleanza dell'Agricoltura (Confagricoltura, Cia e Copagri del territorio bolognese) sui nuovi compiti che i sindacati agricoli sono chiamati a svolgere.

Meno alla zootecnia, di più ai giovani
In Francia, ha ricordato De Castro, il presidente Françoise Hollande ha già deciso ad esempio che il 50% degli aiuti accoppiati andrà alla zootecnia. Una scelta fatta nell'intento di alleviare le sofferenze degli allevamenti che vedranno sparire i premi speciali dei quali potevano sino ad oggi usufruire. Questa scelta, così come le altre che saranno prese dagli altri paesi membri, si rifletteranno inevitabilmente sulla competitività dei singoli settori ed è indispensabile tenerne conto nelle scelte che l'Italia andrà a fare nella distribuzione dei sostegni del primo pilastro. Oltre al “cosa” sarà necessario decidere anche il “come”, individuando le aree omogenee (che non sono i confini regionali) e il “quanto”. A questo proposito la redistribuzione decisa dalla nuova Pac ha posto vincoli in basso (decurtazione di non oltre il 30%) e verso l'alto (non oltre il 60%).
Un capitolo a parte è quello dei giovani agricoltori. Qui la Pac, ha ribadito De Castro, introduce una forte novità con un premio “obbligatorio” per tutti gli agricoltori di età non superiore ai 40 anni. Su questo capitolo la Pac prevede una spesa di sei miliardi di euro. Una cifra enorme, superiore persino a quella stanziata per la disoccupazione giovanile. Così dal primo gennaio 2015 gli agricoltori che rientrano nella fascia dei “giovani” vedranno aumentare tra il 15 e il 30% i sostegni comunitari a loro destinati.

Poteva andare peggio
Questa nuova Pac - ha detto De Castro - non è quella che volevamo, ma rispetto alla prima proposta della Commissione è stata di molto migliorata. Resta debole nei confronti della competitività e dell'innovazione, ma offre spunti positivi proprio nel rafforzamento delle strutture organizzative come le OP”. Opportunità che Bruxelles mette sul tavolo, ma che bisogna saper cogliere realizzando queste strutture e rendendole efficienti. Ci sono poi molte novità per le OCM, sull'esempio di quella ortofrutticola e nuovi strumenti per la gestione del rischio. L'apertura dello stoccaggio per i formaggi è un altro degli elementi che si può salutare con favore. Ma molto è il lavoro da fare in Italia, ha sottolineato De Castro, per cogliere le opportunità di questa nuova Pac. Tutto deve essere pronto entro il primo agosto del 2014 per poi essere operativi con il primo gennaio del 2015, data di avvio della nuova Pac.

I prezzi aumenteranno
Altro importante capitolo affrontato da De Castro durante il congresso dell'Alleanza per l'Agricoltura, è quello degli scenari futuri con i quali dovremo fare i conti. Nella riduzione dei terreni agricoli disponibili, l'Italia vanta un primato negativo rispetto alla Francia e quest'ultima a sua volta “spreca” il doppio della Germania. Segno che regole nazionali per salvaguardare i terreni produttivi sono possibili. Dovremmo dunque evitare di mettere a terra pannelli fotovoltaici, come invece è stato fatto. La “risorsa” terra è preziosa e lo sarà sempre di più come dimostra la corsa di Cina e India nell'acquistare terreni produttivi ovunque siano disponibili, Africa soprattutto. Una corsa alla terra che nasconde il divario fra domanda di cibo e produzione che andrà ad acuirsi nel prossimo futuro, in parallelo con il crescere delle condizioni di benessere di grandi paesi. Oggi il consumo di carne in Cina è la metà del nostro, appena 40 kg pro capite, ma è destinato a crescere. La terra non basterà e i prezzi dei prodotti agricoli cresceranno. Allora bisogna organizzarsi affinché questi soldi in più vadano nelle tasche degli agricoltori e non altrove, come solo in Italia accade. “Questo - ha detto De Castro – è un grande problema anche organizzativo e non è più tempo per l'agricoltura “romantica”, ma bisogna occuparsi di prezzi, di mercati e di margini per gli agricoltori.