Convergenza interna, divergenza Commissione – Stati membri
Al Consiglio è emersa ancora una volta in maniera eclatante la divergenza di vedute tra la Commissione europea ed alcuni Stati membri sulla questione della convergenza interna, ovvero il progressivo riequilibrio dei sussidi agricoli all’interno di ogni Stato membro, di modo che i produttori possano beneficiare, in futuro, di aiuti diretti di pari entità, indipendentemente dall’area geografica in cui operano.
Per il Commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos, le Capitali devono dimostrare più spirito di compromesso e lavorare maggiormente per avvicinare i sostegni all’agricoltura, avendo presente come orizzonte temporale il 2019.
Un monito che non ha lasciato indifferenti diverse delegazioni, in particolare quelle italiana, spagnola e portoghese, che hanno ripetutamente chiesto di rallentare il ritmo per la parificazione degli aiuti diretti, per evitare perdite insostenibili ad alcuni produttori che vedrebbero diminuire drasticamente la quantità di fondi a loro destinati.
Se il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha chiesto alla Commissione più flessibilità su questo tema, il suo omologo spagnolo Miguel Arias Cañete ha fatto capire che Madrid determinerà la propria posizione finale sulla riforma proprio in base alla soluzione che sarà scelta sulla convergenza interna, assoluta priorità per il Paese.
Misure transitorie per il 2014
La Commissione europea ha illustrato ai rappresentanti nazionali la proposta circa le misure transitorie per il 2014, preparata pochi giorni prima del Consiglio.
Si tratta delle regole per evitare il vuoto legale tra il precedente periodo finanziario e il prossimo, dal momento che la riforma della Pac entrerà in vigore più tardi di quanto originariamente previsto.
Le misure transitorie prevedono che il greening (gli accorgimenti per rendere l’agricoltura più sostenibile dal punto di vista ambientale) sarà operativo solo a partire dal 2015, mentre gli aiuti diretti verranno pagati nel 2014 sulla base attuale, ovvero quella dell’anno in corso.
Per l’Esecutivo di Bruxelles, si può partire in tempo – nel corso del 2014 – per quanto riguarda la convergenza esterna, ovvero il riequilibrio tra i sussidi percepiti dagli agricoltori nei diversi Stati membri, così come per il trasferimento di fondi da un pilastro all’altro, ovvero tra i pagamenti diretti e i Programmi di sviluppo rurale, nonostante questi ultimi non saranno lanciati fino a quando la riforma non sarà finalizzata (mentre proseguiranno, invece, quelli vecchi già in corso).
Diverse delegazioni hanno espresso preoccupazione circa queste regole, in particolare proprio sui trasferimenti tra primo e secondo pilastro.
Per l’Italia, è importante che ci sia continuità nei Programmi di sviluppo rurale. Il ministro Catania ha anche chiesto alla Commissione europea di fare chiarezza su queste misure transitorie e in particolare sui tempi d'applicazione di tutte le decisioni relative al prossimo periodo di programmazione finanziaria.