Il mondo della carne si è dato appuntamento a Milano per una due giorni di confronto sul tema della sostenibilità.
Tema delicato visto che la carne in genere, e quella bovina in particolare, è spesso sul banco degli imputati per questioni legate alla salute dei consumatori e all'impatto ambientale di questa filiera. 

L'incontro, promosso dall'Uk Science & innovation network, ha visto la partecipazione di una platea internazionale di ricercatori e operatori del settore, consapevoli dell'esigenza di trovare un percorso comune che concili le esigenze del comparto con quelle dell'opinione pubblica. 

Inevitabile partire dal rapporto della Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che nel 2015 fu la scintilla che fece infuriare una campagna mediatica mondiale contro il consumo di carne, dopo aver inserito la carne fresca e la carne lavorata fra gli agenti che possono causare il cancro nei consumatori. 

Lo ha ricordato a Milano Kurt Straif, ricercatore Iarc di Lione (Francia), nel ribadire la correttezza scientifica della metanalisi condotta dallo staff Iarc, ma altrettanto consapevole della necessità di gestire meglio la comunicazione per evitare i titoli ad effetto di quei giorni. 

La materia è certamente complessa e le correlazioni fra le migliaia di parametri che interagiscono fra loro è di difficile interpretazione anche per gli stessi specialisti. 

Stefaan De Smeet, dell'Università di Gent (Belgio) non lo nasconde certo, ma ribadisce la necessità di continuare gli studi sui "cosiddetti fattori di mitigazione", vale a dire quei comportamenti alimentari che riportano il consumo di carne nei giusti binari, abbassando gli eventuali rischi.
Senza entrare nei dettagli biochimici, basti ricordare che gli effetti potenzialmente negativi derivanti dal consumo di carne possono essere combattuti mangiando una succulenta bistecca in abbinamento ad un bicchiere di vino rosso, magari con l'aggiunta di un po' di formaggio per chiudere il pasto. 

Certo, sotto il profilo scientifico è sbagliato porre una questione così complessa in termini talmente semplicistici, ma ogni tanto aspirare ad un titolo di giornale "positivo" è un gesto umanamente legittimo.
 
Giovanni De Luca/Allevatori Top