Suini e mais
Il mais è fondamentale nella dieta dei suini in tutte le fasi della loro vita, specialmente nei capi grassi che arrivano a consumarne un 50-60% nella razione, e senza dubbio non esistono altri alimenti con proprietà nutritive paragonabili a quelle del mais.
Può essere usato sotto forma di granella, poi frantumato in farina o in pellet se integrato in un mangime, in una dieta cosiddetta a secco con acqua a parte.

In alternativa si può optare per una miscela bagnata, cioè una miscela di acqua e mangime per aumentarne l'appetibilità.
Un'altra possibilità ancora è l'uso di pastone di mais, che permette di contenere i costi e aumentare l'ingestione di alimento.

Che cosa interessa agli allevatori
Molto ricorrente è il tema della sanità del mais. Tutti gli allevatori si ricordano bene i problemi legati all'annata 2014, ovvero alle difficoltà legate al Don e fusariosi, e sanno bene che alti quantitativi di micotossine provocano inappetenza, quindi incrementi minori con conseguenti maggiori costi di alimentazione e medicinali. E in alcuni casi è stato necessario sostituire il mais con grano, altri sottoprodotti o mais estero.
Il problema si accentua nelle scrofaie, con aumenti di mortalità dei suinetti e problematiche di fertilità nelle scrofe; qui il danno economico è ancora maggiore.

Altro tema frequente è la tipologia di granella: farinosa o vitrea? Qui ci sono varie scuole di pensiero: perché la prima è di più facile assimilazione, ma tendenzialmente è meno sana, la seconda invece è meno assimilabile e può provocare ulcere intestinali, dev'essere gestita correttamente.
E' comunque una scelta secondaria visto che la precedenza va alla sanità del mais, e in quest'ottica Kws Italia dedica particolare attenzione alla selezione di verità resistenti ai patogeni fungini.
 
 
Qual è l'ibrido adatto a fare un pastone di mais specifico per i suini?
Per quanto riguarda la scelta di un ibrido da pastone, è fondamentale che abbia una spiga ben sviluppata, non è fondamentale invece la taglia della pianta.
Per quello che concerne le caratteristiche alimentari di una varietà da destinare ad un pastone di mais per i suini, è importante in primis che sia sana, vale a dire priva di micotossine.
Nelle ultime annate abbiamo dovuto convivere con il deossinivalenolo, le fumonisine, le aflatossine e lo zearalenone, dove, le prime due, sono le più dannose per questi animali.

Il secondo importante aspetto è avere una tipologia di mais che presenta una cariosside con il pericarpo ("parte corticale") sottile. Se questa parte è sottile significa che è superiore la frazione farinosa, la quale è maggiormente assimilabile dai suini che la sfruttano meglio per le loro funzioni vitali e specialmente nella fase dell'ingrasso.

Un altro punto da tenere in forte considerazione è la percentuale di amido: si preferiscono granelle con alto contenuto di amido perché, rispetto ad un mais normale, sviluppa più energia.
Non ci dobbiamo dimenticare che i suini necessitano di ibridi con basse quantità di acido linoleico ed oleico, questi acidi grassi a lunga catena provocano la formazione di un grasso di deposito nei prosciutti che porta ad un innalzamento della quantità di iodio e conseguente irrancidimento.
 
 
Pregi del pastone: davvero è più buono?
Il pastone risulta un alimento molto economico perché è un prodotto altamente energetico, non ha la necessità di essiccazione, ed ha un'appetibilità assolutamente superiore rispetto alla granella secca. Anche in trincea le fermentazioni acide risultano molto favorevoli ai monogastrici che, oltre a favorire la flora intestinale, bloccano eventuali batteri dannosi (es. coli).

Tutto questo è valevole se il prodotto è raccolto all'umidità corretta: dalla fase di raccolta alla fase di macinazione e poi di compattazione in trincea deve trascorrere il più breve tempo possibile onde evitare ossidazioni. Anche in trincea la pressatura e poi la copertura devono essere ben eseguite, infine dev'essere anche corretta la gestione del fronte in base alla grandezza della trincea.
 
Precocissimi Kws: una soluzione vincente
Anche in questo caso i Precocissimi Kws sono un'ottima soluzione. Il mais è la coltura di assoluto riferimento per l'azienda suinicola, ma la normativa Pac impone l'obbligo di impiegare almeno tre colture per le aziende superiori a 30 ettari, di cui una proteica.

La soluzione più intrapresa è quindi mais, cereali vernini quali orzo e/o grano e soia. Per sfruttare al massimo il terreno, dopo i cereali, si possono seminare i Precocissimi Kws.
Altri allevatori, spesso molto impegnati in stalla e spesso con poco tempo per irrigare i mais, seminano dei precoci per pastone che non richiedono essiccazione, ovviando a problematiche connesse alle tossine, grazie alla corta permanenza in campo di questi materiali.