I prezzi delle nocciole sono letteralmente in picchiata in Italia ed in Turchia: evidentemente il mercato teme le gelate di fine inverno, visto l’andamento climatico mite avutosi sino ad oggi, soprattutto nelle Regioni dell’Italia meridionale e nella penisola anatolica, e tenta di acquistare oggi il frutto in guscio solo ad un prezzo molto basso, temendo di doverlo pagare caro sin da aprile e nella prossima campagna di commercializzazione.

E’ questa una possibile spiegazione di quanto avvenuto sul mercato delle nocciole dalla penultima settimana di dicembre 2015 sino ad oggi. In particolare, in Italia, il prezzo medio delle nocciole rilevato da Ismea è crollato dagli oltre 4 euro al chilogrammo della penultima settimana del 2015 ai 3,27 euro della prima ottava del mese di febbraio, perdendo ben il 36,2% rispetto alla stessa settimana del 2015.

“Il dato più preoccupante è che i noccioleti dell’area napoletana ed avellinese sono ormai in ripresa vegetativa – spiega Giampaolo Rubinaccio, responsabile nazionale della Confederazione italiana agricoltori per la frutta in guscio – eventuali gelate di fine inverno potrebbero danneggiare gravemente la più importante area di produzione italiana, rendendo un prezzo di vendita pure elevato per la scarsità di prodotto comunque poco remunerativo per le imprese agricole”.

E, dalle prime informazioni disponibili, la situazione di mercato si starebbe ulteriormente aggravando, trascinata dall’andamento del prezzo delle principali varietà turche, che si è rapidamente portato sotto i 3 euro al chilo.

Ecco i prezzi rilevati da Ismea  sulle piazze della Campania, principale polo produttivo nazionale, già il 4 febbraio scorso. Ad Avellino la nocciola lunga San Giovanni di prima qualità, è passata di mano a 2 euro e 70 centesimi al chilogrammo, accusando una perdita di valore del 6,9% rispetto alla settimana precedente.

Sempre sulla piazza di Avellino la cultivar locale tonda di prima qualità è stata venduta a 2 euro e 90 centesimi, registrando un calo del 6,5% sull’ottava precedente. E stessi valori di prezzo e di calo percentuale sulla settimana precedente si erano registrati a Napoli sulla varietà lunga San Giovanni di prima qualità. A resistere sopra la soglia dei 3 euro in Campania solo la Tonda di Giffoni, fissata a 3 euro e 10 centesimi, ma pure in calo dell’8,8% sulla settimana precedente.

Unico dato positivo la stabilità di prezzo rilevata ancora l’11 febbraio da Ismea sulla piazza di Cuneo per la tonda gentile trilobata, ferma a 4 euro e 15 centesimi. Mentre continua a scendere anche il prezzo della tonda romana sulla piazza di Viterbo (-9,4% sull’ottava precedente), che ancora il 3 febbraio era segnalata a 3 euro e 85 al chilogrammo.