La campagna del pomodoro 2015 è quasi al via e ci sono tutti i presupposti perché il 2015 sia una buona annata: parola di Dario Squeri, presidente di Pomorete, unica filiera verticale legata al pomodoro in Italia.

L'andamento climatico è stato perfetto, i campi sono in linea con la programmazione di semina – ha detto Squeri - Attendiamo una qualità migliore rispetto al passato, ora però va fatto uno sforzo a livello di competizione in modo da applicare prezzi che ci permettano di far fronte alla concorrenza”.

Expo ha dedicato una settimana intera alla coltivazione del pomodoro, definito l'oro rosso d'Italia, e proprio a Expo è stato formalizzato un protocollo d'intesa fra Distretto del Nord e Distretto del Sud: “Troppo spesso il comparto del pomodoro italiano si è presentato diviso sui mercati internazionali - ha commentato ancora Squeri - Questo accordo tende a creare delle politiche comuni di valorizzazione del pomodoro italiano. E' unico al mondo per l'altissima qualità. Il pomodoro italiano non può essere più quello del nord e quello del sud, è il pomodoro italiano”.

Pomorete, che ha sede in provincia di Piacenza e che coinvolge un territorio stretto fra Parma, Pavia, Mantova, Cremona e Lodi, nel cuore del Distretto del Nord, si compone di 15 aziende: si va dalla produzione di piantine di pomodoro alla coltivazione, dalla lavorazione all'etichettatura fino alla distribuzione.
Dopo la costituzione nel 2012, la rete ha rapidamente raggiunto il numero di 15 aderenti: “Oggi da soli non si riesce a seguire il grande sviluppo che comporta la globalizzazione. Con filiere integrate invece – ha detto ancora il presidente di Pomorete - attraverso il know how delle singole aziende che fanno parte della rete, si riesce ad essere più forti. Ci si può espandere sui mercati esteri e i costi diminuiscono”.
 

Lo scopo è essere competitivi e fare squadra quindi ma anche promuovere progetti che servano a incrementare la produttività e a gestire al meglio le risorse a disposizione. E' questo il caso di M.C.M. Ecosistemi, azienda situata nel piacentino che fa parte di Pomorete. Con un impianto di trattamento dei terreni, coperto da brevetti, M.C.M. è in grado di riportare alla fertilità terreni degradati o desertificati. E' ormai in fase avanzata il progetto di utilizzare fanghi biologici depurati che arrivano dall'industria agroalimentare, e in particolare dall'industria del pomodoro, per fertilizzare il terreno.

Un test che Paolo Manfredi, biologo e amministratore dell'azienda, sta effettuando dimostra come le piantine di pomodoro, coltivate su terreni trattati, si sviluppino prima, siano più residenti alle malattie e arrivino prima alla fase di fioritura. Va poi calcolato il vantaggio derivante dal fatto di utilizzare scarti dell'industria del pomodoro per rendere più produttivi i terreni destinati proprio alla coltivazione di pomodoro.

"Per una conduzione sostenibile dell'agricoltura è sicuramente ideale poter avere un recupero delle risorse”, ha detto Paolo Manfredi. La nuova tecnologia è già applicata su colture di mais, sorgo e frumento. Per quanto riguarda invece il pomodoro si prevede che dal prossimo anno si possa passare dalla sperimentazione in vaso alla sperimentazione in campo.