Il mais bianco raddoppia gli ettari nel mantovano superando di poco i 2mila ettari. “Non molto – riconosce Marco Speziali, presidente di Apima Mantova -. Eppure, le superfici sono più che raddoppiate per le caratteristiche del prodotto, destinato in gran parte all’alimentazione umana”. E anche per il prezzo, mediamente superiore di circa 10 euro alla tonnellata rispetto al mais giallo tradizionale.
Se non fosse per le superfici ancora esigue si potrebbe parlare di un vero e proprio boom del mais biancoperla, “importato” dal vicino Veneto, dove è ampiamente diffuso e fa parte da decenni della tradizione culinaria regionale (soprattutto veneziana).
Una delle principali destinazioni del mais “imported from Veneto” è la polenta bianca, spesso presente sulle tavole dei ristoranti stellati: ma esistono anche altre vocazioni alimentari del mais bianco, impiegato nei prodotti per celiaci, in alcune varietà di birre artigianali, mentre l’amido viene utilizzato dall’industria farmaceutica e in cosmesi. Il mais bianco viene impiegato anche per l’alimentazione degli avicoli e nelle fasi di “finissaggio” dei bovini da carne, dal momento che non fa ingiallire il grasso di marezzatura, rendendo le bistecche di aspetto più gradevole sul banco di macelleria.
Semine primaverili nel mantovano
Nel borsino delle semine primaverili, Apima indica in lieve flessione (-5/-8%) il mais tradizionale. “Rimarrà la coltura principale del territorio – assicura Speziali – sia per la vocazione zootecnica del territorio, che per l’impiego energetico”. Ma l’emergenza delle aflatossine vissuta di recente costituirà un freno al gradimento.
Si prevede un aumento delle superfici coltivate a soia. A livello nazionale le stime Istat si sono spinte a indicare un’accelerazione di oltre 24 punti percentuali a livello nazionale, per effetto di prezzi alla tonnellata che si aggirano sui 505 euro per tonnellata. “Per Mantova l’incremento non sarà così rilevante, i contratti future della soia si fermano a 410 euro alla tonnellata – rileva Speziali -. A livello locale dovremmo registrare un 10% in più rispetto agli indicatori 2012”.
Con i listini al ribasso, per la prima volta risentirà di una ritirata considerevole (anche del 40-50%) il riso, coltura principe dell’area di Sinistra Mincio. “Anche produttori storici hanno deciso quest’anno di contenere molto, in qualche caso di azzerare le semine di riso”.
Risentirà molto della variabile meteorologica la barbabietola. “Se nei prossimi 10 giorni il tempo dovesse tenere – avverte Apima Mantova – potremmo avere un incremento delle superfici anche del 10-12%, in caso contrario avremo un avvitamento verso il basso anche del 30%”.
Sul pomodoro, Apima stima una flessione nell’ordine del 20% a livello provinciale, con una riduzione molto marcata (fino al 50%) nell’Alto mantovano. Il calo potrebbe dunque essere di gran lunga superiore rispetto al -10,4% stimato dall’Istat a livello nazionale. Fra le cause, il mancato accordo sul prezzo, che frena gli investimenti delle imprese agricole nel settore.
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Fonte: Apima Mantova