La sovranità alimentare è finalmente diventato - anche in Italia - un termine (o un concetto?) "bipartisan": e via polemiche.
A noi da queste colonne basta e avanza la definizione della Fao, che fa coincidere i concetti di sicurezza e sovranità alimentare, riconoscendo che "…il controllo del sistema alimentare deve rimanere nelle mani degli agricoltori".
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Proprio nella settimana in cui si discuteva dottamente di questi alati concetti si era al Gran Convegno Mondiale dei Mercati all'Ingrosso (Wuwm - World Union Wholesale Market) dove, guarda caso, abbiamo appreso che a livello globale anche per i mercati si parla di un legame sempre più stretto con la produzione agricola. I mercati all'ingrosso rimangono, ovunque nel mondo, le strutture cardine per la produzione agricola locale, sebbene la loro funzione sia stata negli ultimi decenni ovunque ridimensionata dalla crescita della Grande Distribuzione Organizzata.
La Gdo è il grande Leviatano dell'agricoltura, il simbolo dell'onnipotenza del distributore sul produttore, il motore della globalizzazione - quindi l'antitesi della sovranità alimentare. Non meraviglia allora che oggi si parli dei mercati come strutture capaci di ridimensionare il potere delle grandi majors della distribuzione al dettaglio, capaci di dare impulso alle produzioni locali, di esser una ribalta sempre più presenziata dai produttori agricoli e dalle loro strutture commerciali. I mercati moderni anche attraverso le nuove tecnologie oggi si propongono come "urban hub", in cui le produzioni agricole vengono smistate nelle grandi aree urbane attraverso le pratiche della distribuzione sostenibile.
Negli Usa da tempo si sta ricostruendo il sistema dei mercati e dei centri logistici, distrutti in passato a favore della Gdo.
A Parigi, città del mitico mercato di Rungis, il più grande del mondo, si è iniziata la progettazione di un secondo grande mercato a Sud dell'area urbana; a Londra parimenti si lavora per il New Covent Garden (terza edizione del grande mercato londinese all'ingrosso): ovunque nel mondo i governi e le amministrazioni locali sono ora impegnate a ricostruire e ammodernare le strutture mercatali.
E in Italia? In Italia l'amico Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati - l'Associazione che riunisce le principali strutture italiane - è diuturnamente impegnato da anni a ricucire i legami fra mercati e produzione. Il processo di riscoperta dei mercati da parte dei produttori agricoli è iniziato anche da noi.