Le sfide, invece, solo in parte sono cambiate. Produrre più cibo e più sano è una delle priorità che da sempre accompagnano l’uomo, tanto più in questa fase in cui la popolazione mondiale è destinata a raggiungere i 9 miliardi entro il 2050 e dunque, accanto alla quantità e alla qualità (food security e food safety), il futuro passa attraverso la sostenibilità ambientale e climatica.
“L’agricoltura - ha affermato Maracchi nel corso dell’inaugurazione del 263° anno accademico nei giorni scorsi a Firenze, nel Salone dei cinquecento di Palazzo Vecchio - può avere un ruolo cruciale per il futuro e in un contesto in cui il settore primario può essere determinante; l’Accademia dei Georgofili può dare il proprio contributo”.
“Tutto il mondo è in crisi - ha continuato Maracchi - e parliamo di elementi di criticità sul versante climatico, economico, ambientale, demografico, politico e di valori morali”.
Qualche esempio? Negli ultimi dieci anni l’intensità delle piogge è aumentata del 900% rispetto agli anni 1960-1990. E ancora: il 50% delle emissioni di gas a effetto serra nel 2020 è dovuto dai trasporti. “Se riuscissimo a ridurli - ha raccomandato Maracchi - avremmo ridotto una fonte di peggioramento dei cambiamenti climatici. Perché sulla carta siamo tutti verdi e biologici, poi quando andiamo al supermercato nessuno guarda se il prodotto ha fatto 4-5mila chilometri”.
“Gli stati Uniti spendono miliardi di dollari per sapere se c’è vita nello spazio - ha aggiunto - ma poi negli Usa il 20% della famiglie ha difficoltà di accesso al cibo”.
L’innovazione è una delle chiavi per un rilancio del comparto primario nel suo complesso. “Sul fronte della sostenibilità - ha affermato - l’agricoltura organica avrebbe un effetto serra zero. Le energie sostenibili, magari sfruttando i cinquemila manufatti censiti in agricoltura, sarebbero un’altra spinta per limitare l’inquinamento e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili”.
Anche dai rifiuti organici dei centri urbani potrebbero scaturire opportunità per ripristinare la fertilità dei suoli. Perché l’agricoltura non è solamente alimentazione, ha precisato Maracchi, “ma anche no food: bioplastica, nutraceutica, biocarburanti, fibre tessili”. "Nel segmento del territorio e ambiente, il primario si declina con le voci dell’agriturismo, regimazione delle acque, paesaggio, coltivazione del bosco, gestione sostenibile del territorio".
I numeri del comparto in Italia non sono certo da sottovalutare: 14% il peso sul Pil (che sale al 17% se si considera l’indotto), 12,9 milioni di ettari di Sau, 10,5 milioni di ettari di superficie forestale. Purtroppo alcuni limiti gravano sulla competitività, dal costo dei trasporti superiore del 20% rispetto alla media dell’Unione europea, al +70% dei costi dell’energia elettrica, all’eccessiva frammentazione delle rappresentanze all’interno della filiera, alla mancanza di un’interprofessione matura.
Poi c’è la questione del deficit produttivo, che negli anni è andato acuendosi e che non depone a favore dell’autosufficienza alimentare, con tutte le conseguenze che possono derivare. Qualche cifra? Per l’olio d’oliva parliamo del -26% per raggiungere l’autosufficienza, per il grano tenero del 62%, per il frumento duro del 35%, per il latte del 56%, per il mais del 20%, per l’orzo del 44%, per le patate del 20%.
“Siamo importatori di olio - ha constatato Maracchi - ha senso?”.
Come possono contribuire i Georgofili? “Attraverso l’educazione tecnica, i corsi online, i portali web, la ricerca e l’innovazione, l’informazione e la comunicazione”.
La prolusione è stata affidata a Luca Lazzaroli, direttore generale della Banca europea per gli investimenti, che ha ricordato la linea di credito interamente dedicata al settore agricoltura, con 400 milioni distribuiti sulla rete delle banche italiane. “Speriamo che dietro questi finanziamenti si possano agevolare iniziative imprenditoriali e ad aiutare la ripresa necessaria”.
presidente dell'Accademia dei Georgofili