Il punto della situazione
Lo scenario di questi ultimi giorni del mese sta ricalcando con estrema fedeltà quanto accaduto in dicembre. L'alta pressione - ben distesa sull'Europa meridionale - mantiene lontane le perturbazioni atlantiche, che scorrono veloci sulla parte settentrionale del continente europeo.
La situazione non offre quindi particolari spunti invernali, perché il muro eretto dal flusso umido atlantico impedisce da un lato la discesa delle correnti fredde artiche e dall’altro mantiene ben lontano il gelo russo, in forte ritirata sotto ai colpi delle depressioni nord-atlantiche in scorrimento da ovest verso est.
Tra le tante è transitata anche la profonda depressione Jonas, l'ex tempesta che ha colpito gli Usa con abbondanti nevicate. Tuttavia, sull'Europa nord-occidentale, ha solo portato maltempo, oltretutto piuttosto leggero.
Sulle Penisola italiana, come già ricordato, regna invece il bel tempo. Gli unici aspetti meteorologici degni di nota risultano le nubi basse marittime che hanno invaso Liguria e Toscana, raggiungendo localmente anche l’entroterra, ove non sono mancate deboli pioviggini nei pressi delle barriere orografiche. Il clima si è confermato comunque mite, anche tra le fitte nebbie Val Padane che, in linea di massima, si sono assorbite nelle ore centrali del giorno. Il caldo più anomalo riguarda dunque le Regioni settentrionali, non solo le Alpi, ma anche zone di pianura.
Analisi
Il vasto campo anticiclonico d’origine subtropicale sarà davvero duro da sconfiggere e condizionerà l'andamento meteo di fine gennaio ed inizio febbraio. Tale promontorio anticiclonico sarà alimentato da costanti apporti d'aria provenienti dalla vicina placca africana. Si tratta d'aria calda, i cui effetti si faranno sentire soprattutto in quota, ove le temperature si porteranno ben al di sopra della norma. Le inversioni termiche manterranno invece contenuti i valori termici sulle pianure.
Dall’analisi modellistica odierna, si evince comunque che il culmine dell'ondata anticiclonica dovrebbe aversi all'inizio di febbraio, quando l'Italia verrà raggiunta da masse d’aria ancora più calde, che ingloberanno l'intera Penisola e parte dell’Europa centrale.
In molte aree lo zero termico si andrà ad attestare poco sotto ai 4000 metri (in libera atmosfera): per trovare una temperatura pari a zero gradi si dovrà salire oltre i 3700-3800 metri. Inutile sottolineare che si tratta di una situazione più consona a quella che generalmente si verifica in estate.
Sembra tuttavia aprirsi la strada ad un cambiamento e ad un ritorno a scenari meteo più consoni al periodo già nella prima decade di febbraio.
Evoluzione meteo della settimana
Il nuovo vastissimo anticiclone di origine subtropicale dominerà lo scenario meteo per altri sette giorni circa, ovvero sino ai primi di febbraio. Questo non farà altro che peggiorare la situazione già critica della siccità e della stasi anticiclonica, che favorisce di norma l’accumulo degli inquinanti nei centri urbani. Le nebbie diverranno progressivamente più invasive e il clima risulterà molto mite, con termiche che metteranno a dura prova le nevi perenni dei rilievi alpini.
Lungo termine
Giusto in queste ore sta prendendo forma una possibile tendenza dai connotati invernali. Intorno al 4 febbraio, difatti, una saccatura nord-atlantica con al suo interno aria artico-marittima potrebbe irrompere sull'Italia.
Al momento è ancora presto per scendere nei dettagli, ma i modelli previsionali iniziano a spingere su un possibile cambio netto nella circolazione, a favore di un ritorno a condizioni bariche più dinamiche. La corrispondenza con prossimi disturbi stratosferici che interesseranno il vortice polare ai primi di febbraio dovrebbe inoltre indurre il fronte polare a scendere di latitudine in Europa.
Se tale tendenza dovesse trovare un riscontro anche nei prossimi run previsionali, si potrebbe dunque dichiarare vicina la fine di quel "problema siccità" che l'Italia sta vivendo. Più che il freddo ora servono piogge prolungate, quei fenomeni che sono mancati nel periodo autunnale.