Il punto della situazione
La Penisola italiana rimane ancora sotto gli effetti del vastissimo anticiclone subtropicale, ma essendo in periferia non mancano lievi segnali di debolezza. Ritrovandosi appunto sul bordo orientale della cupola anticiclonica che interessa in maniera diretta la Penisola Iberica e la Francia, può godere dei frutti di un blando impulso perturbato a nord delle Alpi, in grado di apportare minime azioni di disturbo sui versanti settentrionali. Le nubi più consistenti impattano infatti lungo il comparto alpino centro-orientale, con qualche precipitazione nevosa che tende a sconfinare anche sui versanti italiani, quadro comunque ben lontano da ogni ideologia invernale.
La nuvolosità che coinvolge invece le restanti aree della Penisola è prettamente collegata al dominio anticiclonico, il quale determina - in questi periodi - la formazione delle classiche nubi basse e dei banchi di nebbia. Fenomeni comunque limitati alle zone più interne della Val Padana, grazie all’attivazione nelle ultime ore di una maggiore ventilazione settentrionale, più vivace sulle Regioni adriatiche e al Sud.
Analisi
Inverno non pervenuto. Dall’analisi delle recenti emissioni modellistiche sembra, con ogni probabilità, che la situazione resti invariata per almeno qualche settimana. Ogni novità è quindi rimandata a gennaio 2016, momento in cui probabilmente si può riprendere a parlare di vero inverno e di potenziali irruzioni gelide significative, in grado di apportare maltempo invernale con nevicate a quote basse. La causa di questa stagione che fatica a decollare la si ritrova in un Vortice Polare troppo vigoroso, chiuso e arroccato nei suoi luoghi di origine, caratteristiche che vanno a limitare fortemente quegli scambi meridiani in grado di portare il gelo fino alle latitudini mediterranee.
Quando il Vortice Polare risulta troppo freddo a tutte le quote, com’è attualmente, l’aria artica resta confinata oltre il circolo polare artico; per poter perciò sperare anche in un minimo cambiamento occorre attendere i classici riscaldamenti stratosferici (stratwarming) che, iniziando dalle altissime quote, vanno gradualmente a propagarsi verso il basso destabilizzando la trottola polare.
Tutto questo è però rafforzato dalla presenza, nel vicino Atlantico, di una lacuna barica che coopererà per il mantenimento del classico blocco ad omega, con basse pressioni in pieno oceano ed alte pressioni - con notevoli anomalie termiche - sul comparto continentale.
Le conseguenze, come possiamo immaginare, portano a condizioni tipicamente primaverili, con tanto sole e temperature miti sui monti e lungo i litorali mediterranei. Solo le pianure vedranno arrivare un po’ di freddo da inversione, ma neppure troppo, perché la stasi ciclonica di norma va a favorire una forte concentrazione di inquinamento lungo le valli e nelle pianure.
Evoluzione
Come appena accennato, in sede artica vi sono particolari anomalie che incentivano temperature ben al di sotto delle medie del periodo, anche di oltre 15 gradi. E' una situazione che, dato il forte raffreddamento a tutte le quote (troposfera comprese), impedisce le irruzioni artiche.
Sia sul continente europeo che su quello americano manca quindi il vero inverno. Un cambiamento sostanziale è possibile solo con gradualità: nei prossimi 10 giorni è difatti atteso un primo riscaldamento termico in stratosfera, che potrebbe progressivamente espandersi agli strati sottostanti. Ci vuole però tempo ed ulteriori cambiamenti prima di poter sperare nella vera destabilizzazione del Vortice Polare.
Tendenza
Al momento ci aspetta una forte ondata di caldo, che colpirà maggiormente i settori occidentali europei: il fulcro anticiclonico è difatti centrato sulla Penisola Iberica. Proprio in queste ore però la struttura alto pressoria intraprenderà la naturale evoluzione verso est, riprendendo pieno possesso del territorio italiano; non arriverà tuttavia con tutto il suo potenziale nord africano, perché lungo la strada andrà a perdere parte delle energie. Ma non per questo ci verranno risparmiate anomalie termiche importanti, in particolare durante le ore diurne. La notte, invece, tornerà a fare un po’ freddo, meno acuto in quelle aree soggette alle nubi basse o nebbie persistenti.
Il Natale sarà quindi sotto il segno dell'alta pressione, ma Capodanno potrebbe riservarci qualche novità. Difatti già da alcuni run i modelli previsionali iniziano a valutare un progressivo indebolimento del campo anticiclonico, che dovrebbe culminare tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016. La tendenza si spinge naturalmente sul lungo termine, per questo occorre valutare con attenzione futuri aggiornamenti.