Il punto della situazione
Poche novità quindi rispetto ai giorni precedenti, perché la stasi atmosferica non farà altro che garantire ulteriormente un quadro meteorologico stabile, ma spesso nebbioso, in particolare sulle aree vallive, in Val Padana e lungo le coste.
Laddove i banchi di nebbia o le nubi basse non oscureranno il cielo, si osserveranno ampi rasserenamenti con temperature di chiaro stampo primaverile. Su alcune zone della Pianura Padana occidentale vengono segnalate delle nebbie anche spesse e persistenti, così come sulle aree interne del Centro e del Sud. Banchi di nebbia di difficile smantellamento, che andranno ad accompagnarci anche nei prossimi giorni.
Inutile ribadire che le attuali condizioni climatiche son ben distanti dal concetto di normalità stagionale. Le temperature, soprattutto le massime, vanno a posizionarsi su valori anomali, con preoccupanti risvolti sulla poca neve caduta sui rilievi.
Non sarà difficile quindi rilevare massime anche oltre i 20°C, soprattutto al Sud Italia e attorno ai 15°C in tantissime città del Centro Nord. La scarsa ventilazione favorirà inoltre un pericoloso accumulo degli agenti inquinanti nell’aria, uno degli aspetti più negativi dei lunghi periodi anticiclonici.
Analisi
Il dominio anticiclonico non sarà così inattaccabile come il precedente. Tant'è che tra lunedì 7 e martedì 8 dicembre (per il ponte dell'Immacolata) sarà possibile osservare un aumento della nuvolosità e la comparsa di qualche pioggia.
L'alta pressione andrà difatti ad indebolirsi e permetterà l'intrusione di qualche refolo instabile sui mari meridionali. Nient’altro che un fuoco di paglia e, per tutto il medio termine, le uniche zone interessate da qualche fenomeno saranno le Alpi, lambite di tanto in tanto da blande perturbazioni foriere di qualche nevicata sui versanti settentrionali.
Le attuali proiezioni modellistiche concordano su una possibile svolta solo dopo il giro di boa mensile, confermando la prosecuzione della stabilità - tra alti e bassi – almeno sino al 15 di dicembre. Dopo tale data interverrà un graduale peggioramento innescato da crescenti apporti d'aria fredda artica verso il cuore dell'Europa e quindi il Mediterraneo che potrebbe rappresentare il preludio ad una forte irruzione invernale nel periodo natalizio.
Elementi salienti
Nella seconda decade del mese è quindi in previsione un nuovo sensibile abbassamento delle temperature, con novità piuttosto importanti su tutto il comparto europeo: si andranno ad instaurare difatti correnti retrograde orientali, quindi d’estrazione continentale (più fredda).
Questa fase porterà il progressivo e rapido degrado dell'anticiclone africano ed il ritorno su un quadro meteorologico invernale, più consono alla stagione in essere.
La novità più interessante sarà però un'Italia libera dall'alta pressione e quindi terreno fertile per la formazione di instabilità, con il ritorno delle precipitazioni. Tesi pienamente sostenuta dall’elaborazione europea Ecmwf che, per buona parte del periodo, indica valori termici sotto la media in quota ed al suolo in Italia, sull'Europa centrale e occidentale.
In sintesi, affidandosi alle attuali proiezioni si avrà, per i giorni che condurranno sino al Natale, un quadro nei limiti della norma con tempo variabile, generalmente freddo e possibili nevicate alle quote basse.
Bianco Natale
Spingersi nel lungo termine è sempre un azzardo, ma è già possibile farsi un'idea generale delle condizioni meteo delle prossime settimane. Nel periodo natalizio viene prospettato un clima ancora senza la presenza dell'anticiclone africano. In questa fase la porzione di Russia europea verrà interessata da un campo di alta pressione siberiana e sull’area mediterranea regnerà un regime di basse pressioni con temperature al di sotto delle medie stagionali.
La tendenza è quella di precipitazioni prevalentemente nevose al Nord Italia e alle quote di bassa collina sulle restanti aree della Penisola. Si potrebbe quindi avere un bianco Natale su molte zone qualora vi siano perturbazioni in transito.
Sul finire del mese è previsto il ritorno di un lieve regime anticiclonico ma in un contesto termico inferiore alla media di circa 5-6°C. Ciò favorirebbe diffuse gelate nelle valli e nelle pianure del Nord e del Centro, dove oltretutto potrebbero tornare le nebbie.