È morto il Psr. Viva il Psr.
Si sta chiudendo il Psr 2007-2013 e già si staglia all’orizzonte il nuovo assetto di gestione dei contributi regionali agli agricoltori.
Una crescente attenzione verrà posta alla selezione di progetti di qualita`, capaci cioè di soddisfare più obiettivi contemporaneamente, ovvero progetti che promuovano da un lato una “competitività sostenibile” e dall’altro una “sostenibilità competitiva”. Un occhio di riguardo sarà poi rivolto ai progetti complessi, cioè frutto di una logica di rete che favorisca aggregazioni, cooperazione e integrazione. Le risorse sono infatti limitate, quindi si dovranno fare scelte. E ormai ben si sa comeg li interventi a macchia di leopardo servano a ben poco.
 
Scarica la presentazione di Tiziana Laconi sui nuovi Psr
 
Il tema della sostenibilità ambientale, incluso nelle priorità 4 e 5, sarà fortemente presente nelle linee portanti del Programma, vincolando ben il 30 % delle risorse del “Feasr”, acronimo di Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Si punta cioè alla mitigazione dei cambiamenti climatici, ma anche alla biodiversità e all’uso efficiente delle risorse naturali, soprattutto acqua e suolo. In altre parole, i Psr saranno perfettamente allineati per intenzioni a quanto stabilito dalla nuova Pac che entrerà in vigore a gennaio 2014 (leggi l’articolo).
Circa la sostenibilità ambientale, questa non si tradurrà soltanto nell’applicazione delle misure specifiche che derivano dall’attuazione degli attuali articoli 29, 30, 31 e 32 della proposta di Regolamento dello Sviluppo Rurale. Infatti, anche investimenti innovativi, formazione, informazione e consulenza su tematiche ambientali potranno concorrere al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità da parte delle aziende agricole.
 
Differenze fra attuale e futura programmazione: lo sviluppo è quasi ingessato su tre assi (punti 1, 2 e 3). Il primo è riferito alla competitività delle aziende agricole. Il secondo è l’asse ambientale. Il terzo, infine, riguarda la diversificazione economica.
Se prima il fondo Fears era unico e aveva un suo programma, un suo finanziamento e un suo controllo, ora le cose cambiano: da una situazione di isolamento e di indipendenza decisionale, ci si troverà all’interno della strategia Ue “2020”. I Psr dovranno quindi comunicare con gli altri fondi, tutti posti sotto il cosiddetto “Regolamento ombrello”, il quale detterà le regole. Esso dettaglia anche le caratteristiche del contratto di partnernariato fra lo Stato Membro e la Comunità, ove il primo dice alla seconda cosa farà coi fondi e la seconda valuterà i singoli progetti nazionali. La Ue punta molto sull’ambiente: lo specifico budget nel Psr è infatti aumentato dal 25 al 30%.
 
Dagli “Assi” si passerà alle “Priorità”: sono sei, di cui una trasversale, per promuovere il trasferimento della conoscenza. Sotto ciascuna priorità vi saranno poi diverse “focus area”. Per esempio sulla priorità 2 (Competitività dell’agricoltura e delle foreste) vi sono la focus area 2a (incoraggiare la ristrutturazione e ammodernamento delle aziende) e la 2b (favorire il ricambio generazionale). Nella priorità 5 (Uso efficiente delle risorse) vi è la 5a (rendere più efficiente l’uso delle acque), e la 5b (efficiente uso dell’energia). Alla fine saranno ben 18 le focus area. Su ciascuna di esse vi sono però diversi articoli del Psr, quindi una misura di quelle attualmente in vigore potrà rispondere a più priorità. Ciò implica che le singole misure dovranno essere ridistribuite percentualmente fra le diverse voci. Un lavoro complesso che sicuramente scatenerà discussioni infinite sui criteri seguiti per effettuare le ripartizioni. Ma d'altronde si sa: solo chi non fa non sbaglia.
 
Circa le scadenze, entro il 31 dicembre 2013 si attende l’approvazione di tutti i regolamenti base, poi entro la finestra febbraio-aprile 2014 dovranno giungere i regolamenti attuativi. Entro quattro mesi dall’approvazione del regolamento generale si dovrà poi inviare l’accordo di partnernariato a Bruxelles. Dal giorno dopo si potrà quindi inviare il nuovo Psr. Il termine ultimo è luglio 2014.
Per gli agricoltori, almeno si spera, dovrebbe cambiare poco o nulla. Il 2014 sarà quindi un anno di transizione gestito grazie agli accantonamenti di fondi decisi dalla Regione Lombardia.


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