Se è vero che i dati e la loro gestione saranno il futuro dell'agricoltura, uno dei punti chiave del 'digital farming' è già oggi quello di trasmettere i dati dal campo al cloud. Esistono infatti numerose tipologie di sensori in grado di raccogliere dati con una elevata accuratezza, mentre non si è ancora affermato un modello per la trasmissione di tali dati.

Le modalità possono essere molte, dal vecchio cavo tirato fino in azienda alla creazione di reti wi-fi fino all'utilizzo dei satelliti. Ma il metodo forse più promettente è quello reso possibile dal protocollo LoRaWan che utilizza le frequenze radio a bassa potenza per trasmettere dati 'leggeri', come ad esempio le misurazioni di una capannina o di un sensore al suolo, ad un hub di ricezione posto in azienda. Hub che poi carica i dati online.

Questo metodo di trasmissione è affidabile, consuma poca energia e permette anche di superare ostacoli fisici, come vegetazione o muri. Un sistema di trasmissione usato molto in ambiente urbano, ad esempio per la lettura dei contatori del gas nelle abitazioni, oppure per implementare tutte le funzionalità di smart city.

In Italia a lavorare su questo protocollo sono diverse aziende, tra cui A2A Smart city, la controllata della multiutility A2A che sviluppa tecnologie e servizi digitali. E A2A Smart city è anche all'interno del progetto Atg-Around the ground, partito ad inizio 2019, che ha proprio come obiettivo quello di applicare la tecnologia LoRaWan ai sensori IoT per l'agricoltura, fornendo poi agli agricoltori informazioni utili ad una gestione migliore del campo.
 
I sensori in campo comunicano attraverso la tecnologia LoRaWan

"Il progetto nasce dalla necessità di divulgare l'utilizzo della sensoristica di campo tra gli agricoltori. Abbandonare il vecchio modello, rappresentato dalle centraline meteo dotate di pannello solare, per passare ad un nuovo paradigma fatto di piccoli sensori diffusi in campo e alimentati con semplici batterie stilo, sufficienti per fornire energia per tre-cinque anni", spiega ad AgroNotizie Stefano Toninelli, agronomo di Condifesa Lombardia Nord-Est, partner del progetto insieme a Coldiretti Brescia, Fasternet, InnexHub, Cobo, Csmt polo tecnologico e A2A Smart city.

"Nel settore vitivinicolo abbiamo pensato di integrare più tecnologie per fornire una unica piattaforma che riceva dati da più sensori, anche di costruttori diversi, per integrarli in un unico modello", sottolinea Toninelli. "Non abbiamo come obiettivo quello di sviluppare nuovi sensori o nuovi software, ma di fornire soluzioni disegnate sulle reali esigenze delle singole aziende vitivinicole. Soluzioni che mettano insieme ciò che di meglio offre il mercato sfruttando la tecnologia di comunicazione LoRaWan".

Già oggi, spiega Toninelli, le soluzioni proposte sono operative. In futuro, è l'obiettivo del progetto, un algoritmo di intelligenza artificiale 'macinerà' i dati provenienti dal campo con quelli di fonti terze (come le immagini satellitari) per fornire all'agricoltore informazioni ancora più accurate. Un supporto alle decisioni al fine di gestire al meglio la coltura, dalla difesa fino alla concimazione, prestando attenzione alla sostenibilità economica e ambientale.

Ad oggi sono tre le aziende agricole che partecipano al progetto: Perla del Garda in Lugana, Francesco Averoldi in Valtenesi e Uberti in Franciacorta. Con loro si sono individuate le necessità delle singole aziende, si sono georeferenziate le vigne e si sono installati i sensori in luoghi specifici per raccogliere dati sensibili.

La prima fase di avvio di Atg - Around the ground è stata finanziata nell'ambito del progetto Vite 4.0 - Viticoltura, progetto finanziato dal Programma europeo di sviluppo rurale 2014-2020 - Fondo europeo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali - Gal Garda e Colli Mantovani. Ora il team sta lavorando sul rendere i dati maggiormente 'leggibili' dall'utente attraverso una interfaccia user-friendly e al contempo sta cercando nuovi partner tecnologici in un'ottica di open innovation.