Più controlli su tutta la filiera del biologico, no alla decertificazione automatica dei prodotti con residui di agrofarmaci, requisiti stringenti per i prodotti importati da paesi terzi, certificazione di gruppo per le piccole aziende e database sui semi bio.
Le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo informale sul nuovo regolamento sul biologico che, se approvato definitivamente, entrerà in vigore nel 2020.

Critiche sulle soglie di tolleranza sugli agrofarmaci. Le discussioni sulla riforma sono iniziate nel 2014 e riguardano il regolamento del 2007.
 

Nuovo regolamento Ue sul biologico in vigore nel 2020

Il testo su cui le tre istituzioni europee - Commissione, Parlamento e Consiglio Ue - hanno trovato un accordo informale, verrà adesso votato dalla Commissione parlamentare Agricoltura, in seguito dall'intero Parlamento europeo e infine dai 27 ministri di settore riuniti nel Consiglio Ue. Se approvato, entrerà in vigore il primo luglio 2020 e sostituirà il regolamento sul biologico in vigore dal 2007.

Le norme simili ma non uguali oggi in vigore saranno soppresse entro cinque anni con la possibilità di due anni di deroga - applicabile dalla Commissione europea - per quei prodotti di cui il mercato europeo potrebbe rimanere sprovvisto.
 

Controlli contro le frodi

L'accordo vede l'obbligo di controlli in loco una volta l'anno su tutti gli operatori della filiera, inclusa la vendita al dettaglio. Le ispezioni saranno meno frequenti, una ogni due anni, per coloro che risultano in regola per tre anni di fila.
I prodotti bio importati da paesi terzi dovranno rispettare il principio di conformità agli standard europei.
 

Database sui semi bio

Le aziende che producono sia con metodo bio che convenzionale (cosiddette miste) potranno continuare a esistere a condizione che le due attività siano chiaramente distinte e separate. I produttori con aziende di piccole dimensioni potranno aggregarsi e ottenere una certificazione di gruppo.
 

Biologico e agrofarmaci

Il compromesso finale tra le istituzioni Ue ha potuto vedere la luce solo dopo che la Commissione europea ha stralciato dal regolamento la 'decertificazione automatica' dei prodotti che presentano residui di agrofarmaci non autorizzati nella coltivazione bio.
I paesi che hanno già valori limite per la decertificazione, come Belgio e Italia, potranno mantenerli.

E' previsto tuttavia l'obbligo per questi paesi di permettere l'accesso al proprio mercato a quei prodotti biologici di altri paesi membri che non contengono residui di agrofarmaci.
 

Biologico in crescita in Europa

I dati ufficiali parlano di un più 5-6% della domanda di prodotti bio in Europa in piena crisi economica tant'è che è indispensabile ricorrere alle importazioni dei paesi terzi.

In Europa l'industria del biologico conta oltre 250mila produttori in agricoltura e 455 nell'acquacoltura. L'Italia è il paese con il più elevato numero di produttori bio (46mila), seguita dalla Spagna (30mila) e Polonia (26mila).
La Germania è il mercato europeo più grande (7,6 miliardi di euro nel 2012), seguita dalla Francia (4,4 miliardi) e dal Regno Unito (2,1 miliardi). L'Italia è quarta con 2 miliardi di euro.
 

Eurodeputato Zullo (M5S): Occasione mancata

Duro il commento dell'eurodeputato M5S Marco Zullo, relatore ombra al Parlamento europeo, relatore principale è Martin Häusling (tedesco, verde). "Anche se la Commissione era partita in modo ambizioso", ha commentato Zullo, "si è finiti poi ad un accordo al ribasso per l'incapacità degli Stati di trovare una sintonia di intenti".

"L'Italia rappresenta un'eccellenza nel settore: abbiamo regole per la produzione serie e standard elevati, anche per quanto riguarda la presenza di residui di fitofarmaci", conclude l'eurodeputato, "questa era dunque l'occasione per far sì che anche gli altri Stati si adeguassero a questi livelli e invece nulla è stato fatto in tale senso".