“Il programma di sviluppo rurale significa lavoro, crescita, investimenti e competitività per l’Europa rurale – sottolinea il commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan – l’obiettivo è mettere le zone e le comunità rurali in condizione di affrontare il vasto numero di sfide e di opportunità che le attendono nel 21esimo secolo sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Grazie a investimenti intelligenti e strategici, i Psr favoriranno il rinnovo generazionale e imprimeranno dinamismo all’economia rurale, alla società e all’ambiente. La 21esima conferenza delle parti attualmente in corso a Parigi mette inevitabilmente in evidenza l’entità della sfida che il clima rappresenta: il programma di sviluppo rurale deve svolgere un ruolo importante nel contribuire ad affrontarla e a vincere”.
Le regioni prevalentemente agricole occupano il 52% del territorio dell’Ue, con una popolazione di circa 112,1 milioni di euro. Le forti differenze da regione a regione implicano quindi la massima flessibilità in termini di sostegno, in quanto ogni aiuto sia indirizzato. Il sostegno per lo sviluppo rurale è il secondo pilastro della politica agricola comunitaria, e mette a disposizione degli Stati membri una dotazione finanziari da gestire a livello nazionale o regionale nell’ambito di programmi pluriennali cofinanziati. Il nuovo regolamento evidenzia sei priorità, da perseguire in sinergia con altri fondi strutturali e di investimento europei, ovvero i fondi Sie.