"La sensibilità verso queste tematiche è alta" lo segnala Helmut Köcher, patron del festival dedicato al vino di Merano, nell'introduzione ai lavori del #WWEF (il World Wine Economic Forum) "lo dimostra la partecipazione di centinaia di cantine al questionario somministrato per valutare la loro opinione in merito alla sostenibilità del vino".
Il convegno, intitolato "Quale modello di sostenibilità per essere efficienti sul mercato?", è stata l'occasione per la presentazione di relazioni tecnico-scientifiche nella mattinata, proseguendo con gli approfondimenti della sessione pomeridiana (a cura dell’ Agenzia per l'Energia Alto Adige - CasaClima e del Gruppo farecantine) dedicata a "Modelli innovativi di investimento e di gestione delle aziende rivolti al miglioramento economico e sociale" ed a "Il marchio di qualità, garanzia per l’immagine e la forza di export di un paese?" e concludendo con la tavola rotonda: "La qualità e l’immagine premiano l’export" moderata da Giacomo Mojoli, enofilosofo, docente universitario e giornalista.

"Il modello deve lasciar spazio alla pluralità di interpretazioni" ha sottolineato Michele Manelli, portavoce del Forum per la sostenibilità ambientale del vino, costituito nel Febbraio del 2013, su iniziativa dello stesso Manelli, di Attilio Scienza e Marco Sabellico e con il sostegno di Gambero Rosso Holding e Unione Italiana Vini. "Quello che conta sarà trovare regole condivise sia dal punto di vista tecnico-scientifico, sia nell'approccio alla comunicazione". Anche i segni distintivi dei vari progetti - si auspica - dovranno essere identificabili grazie ad un linguaggio comune. Sul sito www.vinosostenibile.org è già disponibile il "Primo Rapporto sulla Sostenibilità del Vino", sintesi della prima tappa di un percorso che intende sancire la nascita di un movimento insito al settore del vino italiano, rispondere a dei primi interrogativi di ricerca, proporre l’avvio di un percorso condiviso e pragmatico di miglioramento del comparto.



Il professor Attilio Scienza dell'Università di Milano ha poi delineato i dettagli del percorso avviato.
"Tutti i protocolli prevedono gli stessi indicatori. Da questo punto di vista, lo scopo del forum - quello di arrivare ad una omologazione delle procedure - è abbastanza facilitato. I tre grandi indicatori (CO2, acqua, biodiversità) sono universali. Il problema è dato dai percorsi che si devono fare: noi abbiamo obiettivi condivisibili, ma percorsi differenziati. Su questo dobbiamo lavorare: sulla definizione precisa degli indicatori e sulla formazione ai viticoltori".
"Il viticoltore non è un contenitore che va riempito di nozioni" aggiunge Scienza "Un criterio spesso sottovalutato è quello dell'auto-responsabilità. Il viticoltore dovrebbe disporre degli strumenti adatti per valutare i suoi comportamenti in funzione delle risposte dell'ambiente, della terra, della piante".


Attivo dal 2008 con l'adozione di protocolli di sostenibilità nell'azienda da lui diretta, Marco Caprai (www.arnaldocaprai.it) ha sottolineato ai microfoni di AgroNotizie come varie cantine possono collaborare per perseguire un progetto comune. L'esempio: "Montefalco 2015: The New Green Revolution", il quale si colloca in un percorso ideale per i protagonisti del comparto del vino, in vista di Expo 2015.