La situazione è stata esaminata dalla Sezione colture industriali di Assosementi, il cui presidente Giuseppe Carli precisa che “nonostante il forte aumento delle superfici investite per produrre seme di mais, salite da circa 110.000 ad oltre 158.000 ettari nella sola Ue, le produzioni non sono in linea con le normali attese e pertanto per le semine primaverili 2013 sono possibili difficoltà per soddisfare tutte le richieste dei maiscoltori”.
“Per cercare di recuperare produzione – continua Carli – le maggiori aziende hanno avviato nuove moltiplicazioni di seme in contro stagione, nell’emisfero meridionale, andando incontro a sicuri maggiori costi per l’imprevista e aumentata richiesta e comunque senza la certezza di riuscire ad avere il seme in tempo utile per le prossime semine.
Le richieste europee di coltivazioni in contro stagione nell’emisfero meridionale si scontrano peraltro con una analoga e forte necessità ad esempio del nord America, che si trova anch’esso a dovere fronteggiare un drastico calo produttivo sempre a causa della grave siccità 2012".
Anche la produzione italiana di sementi di mais, che secondo i dati dell’Ente di certificazione ex Ense è salita nel 2012 di circa il 35% rispetto al 2011, con 8.230 ettari contro 6.100, dovrà scontare una importante contrazione.
Secondo le stime diffuse da Esa (European seed association), le scorte di sementi di mais riportate ogni anno alla campagna successiva sono d’altra parte consistenti, ma i danni provocati in tutta Europa dalla siccità debbono portare a rivedere il bilancio di approvvigionamento, che verrà inevitabilmente appesantito anche dall’aumento dei costi legati al maggior prezzo della granella, direttamente collegata ai contratti di produzione del seme.
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Fonte: Assosementi