Dal numero di volte che è stata citata a proposito di argomenti scientifici o comunque complessi, dovrebbe ormai avere una mezza dozzina di lauree. È la “Casalinga di Voghera”, da alcuni detta anche “La Sciura Pina di Voghera”, piccola cittadina in provincia di Pavia. A parte la probabile e comprensibile arrabbiatura, sia della categoria delle casalinghe (specie se si chiamano Pina), sia degli abitanti di Voghera, il detto è talmente entrato nel lessico comune che risulta ormai impossibile trattare di certi argomenti senza citare appunto lei, la povera casalinga pavese, alla quale va quindi tributato per lo meno un affettuoso abbraccio di solidarietà per la pazienza di Giobbe mostrata da svariati decenni.

Su “La Repubblica” di martedì 3 febbraio è stato infatti pubblicato un articolo a firma Silvia Bencivelli, apprezzata giornalista scientifica, che per l’ennesima volta tira bonariamente in ballo l'ignota amica vogherese. Nel pezzo si commentano i risultati di un sondaggio svolto in America sulla percezione di alcuni argomenti scientifici da parte degli scienziati stessi e della gente comune. Ovvero, le “Casalinghe di Voghera” statunitensi, probabilmente traducibili come “Vogheer’s Housewives”, mediando il titolo di una nota serie televisiva.
 
Le domande spaziavano dagli ogm al nucleare, finendo pure sul tema dei vaccini, tanto in voga in questo momento causa il rilancio di una bufala ultraventennale che paventava relazioni fra vaccini e autismo. In breve, dal sondaggio emergerebbe come l’Americano medio non si fidi più della Scienza, la quale continua si a piacere in senso lato, ma che non piace più quando si scende in dettagli specifici.
Il sondaggio è stato prodotto dall’American Association for the Advancement of Science, considerata come la più grande associazione scientifica del Mondo. Il pensiero dei tremila e 748 scienziati iscritti all'Aaas è stato quindi messo a confronto con quello di un paio di migliaia di persone comuni e la differenza nelle risposte, come si suol dire, spacca.
 
Sugli ogm, per esempio, è pari all’88% la quota di scienziati che si dice sicura e vota a favore, alla faccia di chi continua a maramaldeggiare in Italia affermando che “la Scienza è divisa sugli ogm”. A quanto pare non lo è affatto, divisa, visto che quasi nove scienziati su dieci li considerano positivamente. Peccato che solo il 37% della popolazione la pensi allo stesso modo, ricalcando più o meno i valori nostrani, i quali stallano a circa il 25%. Il punto curioso a tal proposito, per come lo ha evidenziato Roberto Defez, direttore del Laboratorio di biotecnologie microbiche dell’Ibbr del Cnr di Napoli, è che gli Americani da quasi vent’anni consumano abitualmente cibi a base di ogm, eppure sembra quasi che non lo sappiano. Altro punto, questo, di somiglianza con gli italiani, i quali basano parte della propria alimentazione su filiere zootecniche che fanno uso di ogm, salvo poi tuonare contro il Tipp, trattato che spianerebbe i commerci fra UE e USA, perché spaventati dall’idea di trovarsi le tavole invase dai cibi biotech. Viene quindi da chiedersi dove abbiano mangiato fino a ora, sia gli Americani, sia gli Italiani. Forse in garage.
 
Del resto, di un sondaggio simile si era parlato anche in un altro articolo e pure in questo caso gli Americani non è che ne siano usciti fuori benissimo quanto a competenze scientifiche, visto che otto su dieci vorrebbero che sulle etichette degli alimenti fosse riportata l’indicazione specifica in caso di presenza di Dna nel cibo. Un non-sense che sconfina nel campo delle barzellette più buzzurre sui Carabinieri, altra categoria bersagliata, seppur con affetto, al pari delle casalinghe di Voghera.
 
Ancor più bizzarro appare il risultato sui cambiamenti climatici, alias “effetto serra”. Il 50% del popolino pensa che non vi siano dietro le attività dell’Uomo, contro un sonoro 87% degli scienziati, il cui 94% lo ritiene per giunta un problema grave contro il 65% degli americani medi. Qualcosa del genere capita anche parlando di fonti di energia. Mentre i due terzi degli scienziati vota a favore del nucleare, solo il 45% dei comuni cittadini li segue. L’esatto contrario accade invece parlando di trivellazioni petrolifere in alto mare, argomento sul quale si mostra favorevole il 32% della Scienza contro un bel 52% di chi, evidentemente, sa bene che deve fare il pieno alla macchina se vuole portare i figli a scuola. In altre parole, non capisce l’importanza dell’energia nucleare, ma capisce che senza petrolio la sua vita cambierebbe in peggio e quindi verso le trivellazioni si mostra possibilista. Un dato che si ricollega quindi al punto precedente sull’effetto serra: i cittadini “No Nuke” sanno perfettamente di essere responsabili delle emissioni e ciò li induce a minimizzare le conseguenze delle proprie abitudini.
 
In un simile contesto non stupisce quindi l’avvento di una moda alquanto malsana battezzata “Measles Party”, ovvero le feste del morbillo. Le mamme anti-vacciniste hanno infatti trovato un modo demenziale per immunizzare i propri figli dal morbillo: farglielo prendere apposta. Non appena una mamma “Anti-Vaxxer” scopre che suo figlio è infetto (ma va?), contatta immediatamente altre come lei e le invita a casa sua coi figli, in modo che tutti si infettino a vicenda e si becchino il morbillo in modo “naturale”. Un po’ come se un ciclista, sapendo che se cade può rompersi un braccio, se lo spaccasse da sé perché almeno così non ci pensa più. Una logica inoppugnabile...

Queste strane mamme rifiutano quindi il vaccino, composto da virus attenuati atti a stimolare le difese senza però scatenare la malattia, salvo poi fare ammalare apposta i figli con dei virus vivi e vegeti. E il morbillo, per chi non lo sapesse, può provocare danni seri alla salute, specialmente al cervello o ad altre parti del corpo. Ci sono bambini rimasti sordi o ipoacusici, altri che hanno subito danni cerebrali per le encefalopatie virali. Altri sono morti. L'opera sconclusionata di queste strane protettrici alla rovescia non ha infatti tardato a mostrare le sue ovvie conseguenze, visto quanto capitato a Disneyland in California.
 
In considerazione di quanto sopra, specialmente l’ultimo paragrafo, sarà quindi bene che si rivaluti molto la “Casalinga di Voghera” nostrana, forse un po’ sempliciotta ma in fondo buona e pacioccona. Perché le succitate “Vogheer’s Housewives” americane, più che delle bonarie prese in giro, meriterebbero anni di galera per crudeltà su minore e l’interdizione perpetua al voto.
 
Appuntamento quindi al prossimo sondaggio e alla prossima figuraccia che l’opinione pubblica rimedia ogni volta venga interrogata su materie a lei intellettualmente ostili. Chissà che prima o poi, a suon di figurette, si capirà che certe scelte non sono competenze democratiche, ma puramente scientifiche.