Un solo pianeta non basta più per tutti e la cattiva notizia è che non ne abbiamo un altro. I dati parlano chiaro, avverte il Barilla center for food & nutrition, Bcfn: se i 7 miliardi di persone che popolano la terra conducessero gli stili di vita del cittadino medio occidentale, oggi un solo mondo non sarebbe sufficiente per tutti, sarebbero necessari 1,5 pianeti. Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi; a quel punto, avremmo bisogno di ben tre pianeti per ospitarci tutti.
I modelli di consumo attuali non sono più sostenibili: stiamo consumando più di quanto il nostro Pianeta riesca a rigenerare” ha affermato Barbara Buchner, membro dell’advisory board del Bcfn - “È prioritario porsi dei limiti e impegnarsi per diffondere modelli di consumo più responsabili, sostenibili e meno impattanti sulle risorse del Pianeta partendo dalle nostre abitudini alimentari”.

Stili di vita caratterizzati da alto consumo energetico, modelli agricoli che degradano il suolo, con oltre il 33% dei terreni destinati alla produzione di mangimi animali, alte emissioni di anidride carbonica sono solo alcuni dei fattori scatenanti dei cambiamenti climatici negli ultimi anni. Tra gli effetti immediati: l’aumento della temperatura (+0,2°C negli ultimi 10 anni) col relativo scioglimento dei ghiacciai, una maggiore frequenza di fenomeni metereologici estremi, con un bilancio in termini di perdite economiche pari a oltre 200 miliardi di euro all’anno.
Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo viene sprecato: una cifra che corrisponde a un terzo della produzione annua mondiale di cibo ed equivale a quattro volte la quantità necessaria per sfamare 868 milioni di persone che soffrono la fame.

Le proposte del BCFN e una call to action dagli esperti mondiali
Per World Earth day, il Bcfn propone il modello alimentare mediterraneo come possibile strada per ridurre l’impatto ambientale legato ai consumi alimentari, contribuendo al benessere delle persone e del pianeta. Il modello della Doppia piramide elaborato dal Barilla center for food and nutrition mette in relazione il valore nutrizionale e l’impatto ambientale degli alimenti, mostrando che i cibi raccomandati dai nutrizionisti per un consumo più frequente sono anche quelli che hanno un’impronta ecologica più bassa.

Una call to action dei principali attivisti ed esperti mondiali per il futuro della Terra è stata raccolta in un video dal Bcfn: secondo Lester Brown, fondatore del Worldwatch institute e fondatore e presidente dell’Earth Policy Institute, è necessaario aumentare la produttività e l'efficienza dell'acqua, una risorsa fondamentale. Ruth Oniang’o, fondatrice e direttore esecutivo del Rural outreach program, Rop, sottolinea gli effetti del cambiamento climatico esplicitando la forte interdipendenza tra i Paesi. Per Kanayo F. Nwanze, presidente dell’Ifad, l’agricoltura è cruciale per incoraggiare cambiamenti di lungo termine e implementare la crescita economica in quanto offre opportunità di lavoro, produce cibo, incentiva la stabilità politica ed economica. Infine, Ellen Gustafson, esperta di alimentazione sostenibile e membro dell’advisory board del Bcfn, sottolinea l'importanza di sensibilizzare i giovani sui temi ambientali e sull’accesso al cibo.

In occasione della Giornata mondiale della Terra, il Barilla center for food & nutrition renderà disponibile gratuitamente l’e-book “Eating Planet” sul sito www.barillacfn.com. Tra le firme del libro: Guido Barilla, Mario Monti, Raj Patel, Carlo Petrini, Shimon Peres.