Tra le malattie più temute dai viticoltori di tutto il mondo c'è sicuramente la muffa grigia. Botrytis cinerea è il nome del fungo altamente polifago (più di 200 specie ospiti), saprofita (capace di vivere su tessuti morti) e capace di adattarsi a molteplici condizioni ambientali superando facilmente i periodi dell'anno più sfavorevoli.

 

La botrite si diffonde molto velocemente e attacca diversi organi della pianta ma i danni maggiori si osservano sui frutti che si ricoprono di abbondante muffa grigia soprattutto in coincidenza di lunghi eventi piovosi e umidità relativa molto alta (90%). I grappoli così diventano inutilizzabili per la vinificazione.

 

Il controllo di B. cinerea è particolarmente difficile per diversi motivi: 

  • il patogeno può produrre un numero elevato di conidi (spore) su più fonti di inoculo;
  • la vite è suscettibile in diversi stadi di crescita;
  • ci sono numerose vie di infezione;
  • l'infezione può verificarsi in diverse condizioni ambientali che differiscono a seconda della via di infezione.

Data la complessità, i viticoltori si affidano per lo più all'applicazione di 1 o più trattamenti fungicidi a calendario nelle fasi specifiche di sviluppo della vite: a fine fioritura, alla chiusura del grappolo, all'invaiatura e prima della raccolta.

 

In realtà, questa strategia, se non è ben studiata, può comportare dei trattamenti non necessari che ovviamente possono nuocere inutilmente alla salute ambientale e a quella dell'uomo, nonché aumentare il rischio di resistenza ai fungicidi.

 

È qui che nasce la necessità di migliorare il controllo di B. cinerea in vigneto. Per esempio, il patogeno è in grado di causare infezioni dirette e/o latenti a partire dalle prime fasi della fioritura; per un miglior controllo è necessario trattare già in questa fase prevenendo l'infezione e utilizzando prodotti specifici.

 

Al corso di alta formazione Biosolution Academy, Giorgia Fedele dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Alessandro Guarnone di Sipcam Italia, hanno mostrato i risultati di numerose prove sperimentali condotte per testare l'efficacia di un prodotto anticrittogamico biologico, 3Logy, nei confronti della muffa grigia.

 

Un triennio di sperimentazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (2017-2019)

Dei 4 trattamenti a calendario, nel corso degli anni per svariati motivi c'è stato un progressivo abbandono del trattamento in fioritura. Molti viticoltori cominciano a trattare, infatti, alla pre chiusura del grappolo per poi continuare all'invaiatura e in pre raccolta.

 

Eppure la fioritura, come accennato sopra, è un momento chiave per le molteplici vie d'infezione che si verificano in questa fase e contrariamente a quanto è stato fatto nella pratica finora, numerosi sono gli studi che dimostrano l'importanza del trattamento in questa fase. I risultati dicono che mediamente si ottiene un miglior risultato con applicazioni in fioritura piuttosto che alla chiusura del grappolo.

 

Per questo motivo l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha deciso di testare l'importanza del trattamento con 3Logy in fioritura in 3 anni (2017-2019) studiando tutti i diversi momenti di intervento per la botrite e evidenziandone il migliore.

 

Dal triennio di sperimentazione è risultato che:

  • in condizioni favorevoli allo sviluppo delle infezioni di B. cinerea, i trattamenti con 3Logy in piena fioritura hanno ridotto il livello di colonizzazione dei residui di fioritura;
  • i trattamenti con 3Logy non riducono il potenziale di sporulazione ma il numero di conidi prodotti sui residui fiorali diminuisce nel tempo;
  • i trattamenti con 3Logy in piena fioritura hanno ridotto significativamente l'incidenza delle infezioni latenti.

I trattamenti alla chiusura del grappolo, invece, non sono risultati fondamentali per la difesa. Il numero di conidi prodotti dai residui di fioritura, infatti, diminuisce significativamente nel periodo successivo alla fioritura, forse per la perdita di vitalità del micelio sia per le condizioni ambientali sfavorevoli che per l'esaurimento di sostanze nutritive. Quindi, al momento della chiusura del grappolo il potenziale di sporulazione dei residui potrebbe già essersi naturalmente ridotto e non serve un ulteriore trattamento.

 

Il trattamento con 3Logy in fioritura è risultato il più strategico ed importante perché permette di evitare la colonizzazione di botrite dei residui di fioritura che rimangono intrappolati nei grappoli in formazione e di ridurre le infezioni latenti, riducendo lo sviluppo della malattia nelle fasi di sviluppo successive. È un trattamento chiave per ottimizzare le strategie di difesa.

 

Le caratteristiche vantaggiose di 3Logy

3Logy è un antibotritico biologico per la vite da vino e l'uva da tavola. Rientra nel gruppo dei botanicals, estratti vegetali e derivati di origine botanica utilizzati per il controllo degli organismi nocivi.

 

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Nello specifico, contiene 3 principi attivi, dei terpeni di derivazione naturale quali l'eugenolo (3,2%), il geraniolo (6,4%) e il timolo (6,4%) ad azione fungicida scoperta da Eden Research Plc e sviluppata in Italia da Sipcam Italia. Sono composti volatili, lipofili e insolubili in acqua con un favorevole profilo tossicologico, ecotossicologico e ambientale.

 

Il prodotto è formulato sotto forma di una sospensione di capsule cioè microsfere derivate da un'estrazione enzimatica da pareti di lievito che contengono i terpeni liberi in emulsione acquosa. Le capsule hanno un'elevata umidità e garantiscono il rilascio dei terpeni modulato e graduale.

 

Questi 3 principi attivi sono relativamente nuovi. Il percorso registrativo è cominciato infatti nel 2013 con la loro inclusione nell'allegato I del Reg. Ue 1107/2009; nel 2015 c'è stata la registrazione a livello zonale nel Sud dell'Europa per vite e per il target botrite e nel 2016 è avvenuta la registrazione in Italia.

 

Eugenolo, timolo e geraniolo agiscono sulla germinazione delle spore, la penetrazione delle ife e la crescita di miceli e ife e hanno effetto diretto sulle pareti, le membrane e gli organelli delle cellule del microrganismo. Il meccanismo d'azione primario prevede la disgregazione della membrana cellulare dei funghi e la dissoluzione dei lipidi con conseguente fuoriuscita delle sostanze cellulari, lisi e morte della cellula. Grazie all'originalità e alla tipologia del meccanismo di azione non sono noti fenomeni e meccanismi di resistenza e si può quindi considerare 3Logy un valido strumento per la gestione della resistenza.

 

3Logy è particolarmente consigliato per i trattamenti nella fase di fioritura per ridurre il potenziale di inoculo della botrite e può essere impiegato altre 3 volte fino alla raccolta dei frutti con 3 giorni di intervallo di sicurezza su vite da vino e 7 su uva da tavola. La dose consigliata è di 4 litri ad ettaro.

 

A tutte le caratteristiche positive di 3Logy appena discusse si aggiungono altri vantaggi agronomici e commerciali: non interferisce con i trattamenti a base di rame, è esente da limiti massimi di residuo e non ha alcun impatto negativo sulla vinificazione e sui bouquet aromatici.

 


Biosolution Academy è il corso per la formazione di esperti di alto livello nello sviluppo di alternative ai prodotti chimici di sintesi per la difesa delle piante dagli organismi dannosi (biosolution). È organizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e si rivolge a dipendenti di aziende che producono e commercializzano biosolution, agronomi, consulenti e studenti.

 

Obiettivo di Biosolution Academy è quello di formare una nuova figura professionale, che guarda alle biosolution con una conoscenza profonda e trasversale. L'Academy sarà organizzata tramite una didattica innovativa ed esperienziale, con la collaborazione delle aziende del settore, delle migliori competenze dalla ricerca universitaria e dal mondo professionale.

 

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