Politiche di sostegno alla produzioni alimentari locali e diritto al cibo reale e vincolante.
Queste le parole d'ordine scelte da Olivier de Shutter, per sei anni relatore speciale per il diritto al cibo delle Nazioni Unite, di fronte all'assemblea Onu in occasione della presentazione del rapporto finale di un'indagine che dura dal 2008.

Fallimentari secondo de Shutter, le politiche commerciali che hanno portato alla sovrapproduzione nei paesi ricchi obbligando quelli poveri a ricorrere alle importazioni di cibo per coprire il fabbisogno interno. 
"Perfezionare la logica dei nostri sistemi alimentari non sarà sufficiente - ha dichiarato -, è necessario rovesciarli".
 
Sotto accusa, l'intero modello proposto dal XX secolo basato su monocolture  e conseguente perdita di biodiversità, un sistema agricolo dipendente da una industrializzazione sempre più spinta e un modello fondato sull'impiego eccessivo di pesticidi .
Il fallimento, secondo l'esperto belga, risulta evidente dalla lettura del dato che condanna ancora oggi il 12 per cento della popolazione mondiale - 842 milioni di individui - alla fame.

Il timore è di un futuro caratterizzato da prezzi elevati e volatili con una possibile nuova crisi dei prezzi alimentari come quella vista nel 2008 imputabile a fattori strutturali di squilibrio rimasti irrisolti. Tra questi, l'aumento del consumo di carne e la conseguente richiesta di alimenti animali, i biocarburanti nei quali sono forti gli investimenti del privato e il vergognoso problema degli sprechi nell'agroalimentare delle economie 'ricche'.

La soluzione? Arriva dal basso
Bagliore in fondo al tunnel, secondo il delegato belga,  un sistema che strizza l'occhio ai piccoli produttori e valorizza una nuova agroecologia.
Da perseguire, la sovranità alimentare - e qui arriva da de Shutter la critica al Wto che continuando a difendere un sistema superato non ha promosso la capacità di ciascun paese di garantire la propria produzione alimentare -, il sostegno ai piccoli agricoltori nei paesi poveri, l'accesso alla terra, alle banche di semi locali e la capacità di accogliere idee alternative da parte dei Governi.

L'idea che il futuro dell'agricoltura sia nella mani dei piccoli produttori, sempre più diffusa a livello mondiale, trova linfa vitale nelle iniziative spontanee sorte 'dal basso' che, come spiegato nel rapporto, rappresentano una soluzione da accogliere con urgenza a discapito di regole calate dall'alto.
"Utilizzando la conoscenza del popolo e inserendo i suoi bisogni e preferenze nel progetto di politiche alimentari ambiziose a vari livelli - ha dichiarato de Shutter -, otterremmo dei sistemi alimentari solidi.
La democrazia alimentare deve cominciare dal basso verso l’alto, dai villaggi, alle regioni, alle città ai comuni.

I consumatori urbani possono essere collegati ai produttori alimentari locali, riducendo al tempo stesso la povertà rurale e l’insicurezza alimentare. Occorre sostenere queste innovazioni" ha concluso. 

Genuino e nato dal basso

Promuove proprio l'autodeterminazione alimentare, l'accesso alla terra, la tutela della biodiversità e della sovranità alimentare ma anche molto altro, la campagna nazionale Genuino Clandestino che, 'fiorita' dal basso, raccoglie reti locali attive in tutta Italia.
Campi Aperti di Bologna, terra/TERRA di Roma Terre in Moto di Milano, sono solo alcuni esempi di queste realtà territoriali che sarà possibilie conoscere e incontrare a Roma nei giorni 17-18 e 19 maggio, in occasione dell'incontro nazionale organizzato dalla rete.