Ben 695 ettari di terra incolta di proprietà della Regione autonoma della Sardegna saranno messe a bando in undici lotti e concesse in affitto agevolato a giovani con meno di 40 anni per 10 anni, eventualmente rinnovabili per un altro decennio. E’ questo il succo di Terra ai giovani, un progetto elaborato dall’assessorato all'Agricoltura della Sardegna, in collaborazione con la presidenza della Giunta regionale e l’assessorato degli Enti locali, per favorire il ricambio generazionale e la crescita del settore agricolo in Sardegna.
Otto i territori interessati dalla delibera: Sassari, Alghero, Serramanna, Villasor, Vallermosa, Ussana, Donori e San Vito. E presto ci sarà un altro bando sui territori di Surigheddu e Mamuntanas per ulteriori 1200 ettari.

I bandi si rivolgono ai giovani e prevedono una serie di premialità legate alla presentazione di un piano aziendale con chiari obiettivi di valorizzazione economica e delle qualità agroalimentari da raggiungere anche attraverso l’uso di tecnologie innovative nelle fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione.

Stessa attenzione sarà data ai progetti di tutela ambientale, alla formazione dei candidati, compreso l’aver seguito corsi di studio specifici in agricoltura, alle capacità tecniche e alle esperienze lavorative maturate sul campo.
In fase di selezione si terrà conto inoltre dell’adesione a Organizzazioni dei produttori, Consorzi di tutela, all’essere cooperativa sociale, imprenditore agricolo professionale, coltivatore diretto, cooperativa agricola di produzione o di trasformazione/commercializzazione.

I 695 ettari sono solo una prima fase del progetto Terra ai giovani, che nei prossimi mesi interesserà altre centinaia di ettari in tutta l’isola. Gli uffici regionali, in collaborazione con le Agenzie agricole Laore e Agris, sono infatti già al lavoro per recuperare proprietà dismesse o poco utilizzate da rimettere in produzione e sul mercato.

Le tipologie dei siti individuati permetteranno l’avvio di attività imprenditoriali che varieranno da territorio a territorio. I lotti di Vallermosa, San Vito e Donori-Ussana sono più indicati per la zootecnia (ovicaprino e bovino), mentre i terreni di Villasor, Serramanna o del Nord Ovest dell’isola possono dare il meglio sul versante ortofrutticolocerealicolo e delle colture a ciclo breve.

"Siamo profondamente convinti che l'agricoltura, con la filiera agroalimentare, sia un settore fondamentale per l'economia della Sardegna, quello che più di qualunque altro può diffondersi nel territorio creando in breve tempo sviluppo, lavoro e produzione di qualità" ha affermato il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru.
"Sarebbe quindi assurdo che la Regione, per prima, non desse il segnale sbloccando migliaia di ettari oggi improduttivi che sono di sua proprietà. Abbiamo già aperto la strada annunciando la volontà di rimettere in produzione gli oltre 1200 ettari di Surigheddu e Mamuntanas. Oggi destiniamo 700 ettari a giovani che vogliano dedicare le loro energie e competenze all'agricoltura. Significa occupazione e reddito in un ambito che per noi ha un potenziale in gran parte inesplorato e in cui abbiamo un evidente vantaggio competitivo."
 
“Lo avevamo messo in programma e lo abbiamo fatto”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi, nel commentare l’approvazione della progetto Terra ai giovani.
“C’è voluto un anno di intenso lavoro tra assessorati e Agenzie agricole, ma la delibera di oggi dimostra che è obiettivo di questa giunta valorizzare il patrimonio agricolo regionale favorendo l’avvio di attività di impresa che puntino sul ricambio generazionale, sull’aggregazione e sui percorsi di filiera. Parole d’ordine irrinunciabili se vogliamo stare al passo con i nostri competitor nazionali ed esteri, soprattutto adesso che tutti i dati parlano di un ritorno alle attività agricole molto sentito fra i giovani. E' perciò importante che anche la Regione faccia la sua parte mettendo a disposizione di progetti validi e innovativi le terre incolte in suo possesso”.

"E' un'iniziativa importante, che mira a valorizzare il patrimonio della Regione, in questo caso con riferimento a terreni coltivabili che possono generare un valore sociale ed economico attraverso il coinvolgimento di giovani agricoltori qualificati - spiega l'assessore degli Enti locali, finanze e patrimonio, Cristiano Erriu.
"Il patrimonio pubblico - continua - è una risorsa da valorizzare nell'interesse di tutta la comunità sarda, anche ai fini produttivi oltre che occupazionali, superando la logica dell'immobilismo. Lo stesso ragionamento è applicabile al settore dell'artigianato, con il recupero degli ex centri Isola, e per i beni dismessi delle ferrovie".