Cereali, continua il trend negativo
Il deficit della bilancia commerciale cerealicola sfiora 1,5 miliardi di euro. Fra le cause l'aumento del valore dell'import e le difficoltà dell'export, in particolare il calo delle vendite di pasta all'estero
Il deficit della bilancia commerciale cerealicola sfiora 1,5 miliardi di euro. Fra le cause l'aumento del valore dell'import e le difficoltà dell'export, in particolare il calo delle vendite di pasta all'estero
La bilancia cerealicola torna ai livelli prepandemia dopo un ottimo 2020 chiuso con un deficit molto minore. Nonostante i cali quantitativi, è l'aumento dei prezzi a tener banco. All'export mancano 158 milioni di euro di vendita di pasta rispetto al boom dell'anno scorso
Secondo i dati Anacer, il brusco aumento dei prezzi più che compensa il calo quantitativo dell'import, mentre non lo fa con l'export. Cala in generale l'interscambio. Scendono le vendite all'estero di pasta e prodotti trasformati, che nel 2020 avevano però visto un boom
Dopo la forte riduzione del disavanzo nel 2020 per la filiera cerealicola, complice il boom dell'export 2020 di pasta e prodotti trasformati, la "normalizzazione" dei dati ha riportato a crescere il deficit della bilancia commerciale di filiera
L'import, nonostante i quantitativi in calo, cresce in valore, mentre l'export arretra sia in quantità che in valore, facendo così crescere il deficit della bilancia commerciale cerealicola. Fra le cause il calo dei consumi di pasta e prodotti trasformati dopo il boom del 2020
Calano sia importazioni che esportazioni, anche gli arrivi dall'estero sono più significativi. Deficit comunque in calo di 30 milioni di euro su base mensile rispetto al gennaio 2020
La forte crescita delle vendite all'estero di pasta contribuisce a ridurre il deficit della bilancia commerciale 2020 di oltre 270 milioni, nonostante il disavanzo rimanga ancora corposo: oltre 1,8 miliardi di euro
Oltre 320 milioni in meno di passivo negli ultimi dati presentati da Anacer. Bene l'export di pasta, cereali in granella e mangimi. Continua la crescita dell'import di grano, mentre si consolida il crollo delle importazioni di mais
I dati Anacer fotografano l'ottimo stato di salute per la pasta italiana, che nei primi dieci mesi del 2020 ha accresciuto le vendite all'estero del 15% rispetto al 2019. In totale quasi 300 milioni in più di introiti per l'export cerealicolo italiano. Cresce l'import di grano duro
Oltre 220 milioni di euro di minore deficit grazie al forte trend positivo dell'export. La pasta continua nel suo trend di crescita, mentre sull'import cala fortemente il mais
La lieve crescita fa toccare livelli record di produzione cerealicola nel 2021, con oltre 2,7 miliardi di tonnellate prodotte. I consumi e l'incertezza sulle produzioni 2021 spingono in su le quotazioni
I nuovi dati di Anacer al 31 luglio 2020 presentano una crescita molto robusta delle vendite all'estero, in grado di ridurre di 314 milioni di euro il deficit di bilancio rispetto allo stesso periodo 2019
314 milioni di euro in meno di deficit grazie alla forte crescita dell'export, tirato in particolare da pasta, mangimi a base di cereali e riso. Continuano ad aumentare gli acquisti di grano duro dall'estero
La forte crescita dell'export, a fronte di un import fermo in quantità e valore, riduce di quasi 260 milioni di euro il saldo negativo netto della bilancia commerciale import-export
Migliora la bilancia commerciale cerealicola nel primo trimestre 2020, complice un aumento delle esportazioni e un calo dell'import su grano tenero, mais e orzo
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