Da fine gennaio il Registro Elettronico dei Farmaci Veterinari è un obbligo per tutti le aziende zootecniche italiane.

 

Un obbligo che prevede due eccezioni: per chi alleva asini e cavalli e per chi gestisce alveari. Per questi due tipi di allevamenti l'obbligo scatterà a luglio.

 

Il rinvio è stato deciso per le particolarità che caratterizzano questi animali e i farmaci usati.

 

In particolare per l'apicoltura la particolarità principale sta nel fatto che praticamente tutti i farmaci veterinari utilizzabili sono esenti da ricetta veterinaria, cosa che crea delle difficoltà pratiche nell'uso della versione attuale del Registro Elettronico.

 

Ma come sarà o dovrà essere il Registro per gli apicoltori? Per cercare di fare il punto su questo, l'8 aprile 2022 il Ministero della Salute ha convocato una riunione con le associazioni apistiche nazionali.

 

L'intenzione del Ministero è quella di non creare nuovi aggravi burocratici agli apicoltori e procedere nell'ottica della semplificazione, pur mantenendo gli obblighi di registrazione previsti dalla normativa europea.

 

In quest'ottica gli apicoltori professionali o semi professionali, quelli cioè provvisti di partita Iva che producono miele e altri prodotti per la vendita, dovranno continuare ad usare un registro cartaceo vidimato dalla Asl di riferimento.

 

Chi invece gestisce alveari per autoconsumo non avrà l'obbligo della registrazione dei farmaci utilizzati, ma non potrà vendere (né cedere in altro modo) i suoi prodotti.

 

Per stabilire l'autoconsumo si considererà un limite massimo di 10 alveari, come già condiviso dalle rappresentanze dei servizi veterinari regionali e previsto in molte normative regionali sull'apicoltura.

 

Fino a qui quindi si conferma quello che è lo stato attuale delle cose, dal momento che fino ad ora per la registrazione dei farmaci apistici queste modalità erano già valide, per quanto spesso soggette a interpretazioni locali da regione a regione o da Asl a Asl.

 

L'obiettivo è quello di procedere verso una unificazione della normativa a livello nazionale, cosa che anche nell'ottica del Ministero sarebbe utile e auspicabile per superare quelle diversità o ambiguità che spesso sono state e sono motivo di contrasti e contenziosi tra gli apicoltori, le associazioni apistiche e i veterinari pubblici.

 

Infine, sempre nell'ottica di unificare a livello nazionale le modalità di registrazione, la vera novità arriva sul tipo di registro da usare.

 

Il Ministero infatti prenderà come riferimento iniziale il modello semplificato proposto da Unaapi in vista di un unico che sia uguale per tutti gli apicoltori italiani.