Il Piemonte destinerà circa 2 milioni di euro all'anno all'apicoltura da qui al 2027.

 

La Regione a fine dicembre scorso ha infatti approvato il sottoprogramma apistico regionale, che durerà 5 anni, dove sono stati stabiliti i criteri e gli importi per la concessione  dei contributi al settore apistico regionale.

 

Un settore che stando alla Banca Dati Nazionale Anagrafe Apistica conta oltre 6.900 aziende presenti sul territorio piemontese, che tra tutte conducono un totale di 202.500 alveari.

 

Gli obiettivi del sottoprogramma sono stati stabiliti tendendo conto della normativa europea e del piano strategico della nuova Pac e sono stati elaborati in stretta collaborazione con le forme associazionistiche degli apicoltori che operano sul territorio: Aspromiele, Agripiemonte Miele e Cooperativa Piemonte Miele oltre che con la collaborazione delle organizzazioni professionali agricole e dell'Università di Torino.

 

Nel dettaglio, con i fondi a disposizione saranno finanziati:

  • i servizi di assistenza tecnica e formazione per gli apicoltori, condotti dalle associazioni dei produttori;
  • gli investimenti delle aziende apistiche;
  • le attività di promozione, comunicazione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura.

Intanto è già stato aperto il primo bando da oltre 528mila euro, che scadrà il 30 gennaio 2023, per finanziare le attività delle associazioni apistiche con un contributo pari al 90% delle spese ammesse sostenute per l'assistenza tecnica e la consulenza alla aziende apistiche.

 

In particolare potranno partecipare le associazioni che abbiano sedi stabili o anche temporanee in almeno 6 provincie piemontesi, con almeno 200 soci con partita Iva che conducano 20mila alveari e che abbiano aperto un fascicolo aziendale presso un Centro di assistenza agricola (Caa) autorizzato.

 

Nel corso dell'anno - come ha ricordato l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Protopapa - verranno poi attivati altri bandi per finanziare gli investimenti degli apicoltori e per la promozione dei prodotti apistici, in modo da impegnare anche il resto della dotazione finanziaria prevista per l'apicoltura per il 2023.