L'uso dei droni in agricoltura per monitorare e controllare le colture, raccogliere velocemente dati e migliorare la gestione delle produzioni agricole. Questo il tema affrontato alla Fondazione Edmund Mach, nell'ambito di un incontro informativo tenutosi il 25 gennaio scorso.

A San Michele ricercatori, docenti e studenti stanno testando da alcuni anni l'introduzione dei droni nella formazione, nella sperimentazione e nella ricerca ed oggi è stato fatto il punto.

In Trentino è stato istituto recentemente, con il coordinamento della Provincia autonoma di Trento, un tavolo per sviluppare il comparto aeronautico in chiave innovativa, con la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra Fondazione Mach, Università di Trento, Trentino Sviluppo, Istituto di istruzione "Martino Martini", aeroporto Caproni e società Italfly.
"L'incontro - ha evidenziato il direttore generale, Sergio Menapace - è la prima fase di attuazione di questo percorso comune ed è finalizzato ad illustrare quanto Fem sta realizzando in termini di ricerca, sperimentazione e formazione in ambito droni, consapevoli che il settore agricolo e forestale è quello di principale interesse applicativo per queste nuove tecnologie".
 

Laura Pedron, della Provincia autonoma di Trento della Pat, ha illustrato obiettivi e sfide del tavolo per lo sviluppo della formazione aeronautica, che è quello di avvicinare scuola e ricerca al contesto produttivo, formando professionisti in grado di lavorare con queste nuove tecnologie, quindi garantire opportunità di lavoro e sviluppo economico per il territorio. 

All'incontro sono intervenuti Mario Braga, presidente del Consiglio del Collegio nazionale dei periti agrari e periti agrari laureati e Federico Giuliani, il presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali per portare la vision degli ordine e collegi professionali.
Entrambi hanno sottolineato l'importante ruolo di queste tecnologie nell'agricoltura di oggi e del futuro
In particolare Braga ha definito quello della Fem "Il modello italiano per i percorsi di professionalizzazione", che il Collegio nazionale sta tentando di portare in tutto il paese, soprattutto per la capacità dell'ente di San Michele di legare in maniera simbiotica formazione, ricerca e sperimentazione con il territorio e le imprese. 
 

Luca Nabacino, general manager Italfly Aviation, ha parlato del rapporto aeronautica - agricoltura e poi sono seguiti gli interventi dei ricercatori, tecnologi e studenti della Fem che hanno illustrato le attività in corso. Melissa Scommegna, per la parte didattica, ha spiegato che già dal 2016 la Fondazione ha attuato delle azioni formative inerenti l'uso dei droni in agricoltura. Attualmente, tra studenti e dipendenti, la Fem vanta 13 piloti di droni. Per il futuro si prevede di inserire la tecnologia in tutti i percorsi di studio.

Fabio Zottele ha presentato i risultati del progetto "DronHero", sviluppato da Fem con Italfly per la valorizzazione del capitale paesaggistico della viticoltura., mostrando come un drone permetta, in maniera più rapida ed economica rispetto ad altre modalità di rilievo, di descrivere le forme del territorio per identificare gli elementi chiave del paesaggio.

Nicola La Porta ha invece spiegato che il 'progetto Ticchiolatura', portato avanti dalla Fondazione Mach in collaborazione con Metacortex e Università di Trento, si è incentrato sull'uso dei droni applicati all'agricoltura di precisione.

Tali dati sulla suscettibilità dei frutteti alla ticchiolatura vengono utilizzati per integrare i modelli di diffusione delle malattia, come ad esempio il modello RimPro, usato in Trentino e in buona parte d'Europa. Quando tali modelli sono sufficientemente alimentati di dati in realtime si riesce a prevedere con precisione l'attacco del patogeno e di conseguenza a utilizzare in modo ottimale in quantità, qualità e tempismo i trattamenti necessari. In questo modo si minimizza l'uso dei fitofarmaci garantendo comunque la completa difesa della coltura.