"Unaproa ha evidenziato le priorità per il nostro settore, che vanno dallo sviluppo e consolidamento del sistema aggregato, alla qualificazione delle Op, all'attuazione di un progetto di internazionalizzazione, alla definizione delle problematiche fitosanitarie, alla realizzazione del catasto frutticolo, all'adozione del sistema di qualità volontario, all'asseveramento dei costi di produzione, senza dimenticare l'esigenza dell'innalzamento del livello di aggregazione dal 20 al 35% ai fini dell'Afn e l'attivazione del fondo di mutualizzazione". Sono le parole di Antonio Schiavelli, presidente Unaproa, durante l'assemblea dei soci dell'Unione tenutasi oggi a Roma, durante la quale è stata annunciata inoltre la collaborazione con Coldiretti.

Il numero uno di Unaproa ha sottolineato l'urgenza di dare attuazione alle diverse opportunità previste a favore del sistema ortofrutticolo organizzato, dato che sono trascorsi 17 mesi dall'adozione della nuova Strategia nazionale 2018-2022, e due incontri in sede ministeriale. "Il settore ortofrutticolo ha assoluto bisogno di un tavolo di lavoro partecipato da meno rappresentanti ma che siano in grado di esprimere una maggiore rappresentanza" ha continuato Schiavelli esprimendo la preoccupazione che gli obiettivi individuati nella Strategia nazionale siano vanificati dall'immobilismo.

Schiavelli ha ribadito la necessità di dare seguito ad un patto con il consumatore che sia in grado di sintetizzare il "valore" del prodotto ortofrutticolo. Come? Interiorizzando tutti quegli elementi che includono e concretizzano il lavoro: distintività, sostenibilità, biodiversità, tipicità, territorio, tradizione e tecnologie per qualificare il prodotto ortofrutticolo, elevandolo oltre l'ottica di prezzo e che, ha affermato Schiavelli, bisogna "far uscire dal colpevole anonimato per renderlo medium consapevole di una storia e di un territorio".
 
Valori in cui crede anche Coldiretti con cui l'Unione si ritrova in un comune sentire, da qui l'idea della collaborazione: "Due binari paralleli - ha concluso Schiavelli -, quello istituzionale e quello di prodotto che pur nella marcata specificità delle loro traiettorie perseguono il fine comune del reddito del produttore, della difesa dell'ambiente, della qualità dei beni alimentari, in sintesi la difesa del made in Italy".