L’autunno 2023 si è rivelato particolarmente mite e asciutto. Analogo trend si è registrato sino a metà inverno, con temperature sopra la media in tutte le regioni italiane, abbinate spesso a scarsa piovosità. A inizio marzo, però, le termiche hanno fermato il rialzo e sono tornate a scendere, anche a causa delle ripetute perturbazioni che hanno attraversato la Penisola portando neve in montagna e pioggia in pianura. Ciò non ha però compensato le condizioni climatiche precedenti, a causa delle quali le fioriture delle drupacee hanno mostrato anticipi di alcune settimane, a seconda della zona, riducendo molto anche la scalarità di fioritura dovuta alle differenze varietali. 


Il rischio maggiore delle prossime settimane è quindi legato a eventuali ritorni di freddo, condizioni che negli anni passati si sono verificate a macchia di leopardo proprio tra fine marzo e metà aprile. In tal caso i danni alla coltura divengono evidenti anche quando le termiche rimangano prossime allo zero senza scendere al di sotto di esso. I danni da freddo si iniziano infatti a manifestare anche in campo termico positivo, da uno a due gradi, se il numero di ore risultasse sufficientemente lungo.

 

Pochi gradi che fanno la differenza

Più specificatamente, per le drupacee le temperature critiche nelle diverse fasi fenologiche sono -4 °C a gemma rigonfia, -2 °C in fioritura, -1 °C a frutticino allegato. Perciò un abbassamento termico tardivo sotto 0 °C può causare la perdita completa della produzione. In tali condizioni le drupacee iniziano a rallentare i propri processi fisiologici, tentando di contrastare le avverse condizioni esterne. Questa reazione è però indice di stress abiotico, cioè una sofferenza che se non compensata tempestivamente può arrecare perdite di produzione a due cifre percentuali. 

 

Applicare preventivamente soluzioni specifiche aiuta quindi la coltura a superare queste situazioni di stress termico e a preservare il raccolto. È cioè in questi frangenti che le piante devono poter contare su un aiuto extra, come per esempio quello offerto da due soluzioni di Syngenta Biologicals: Megafol® e Isabion®

 

Prevenire gli stress a tutela delle colture

Megafol®  è espressamente registrato secondo il Regolamento Ue 2019/1009 come biostimolante efficace nella risposta alle gelate grazie al complesso di selezionati estratti 100% vegetali (GEA931). Questi sono capaci di promuove la crescita vegetativa in condizioni normali, sostenendone al meglio la risposta delle piante in caso di stress ambientali. L’azione sinergica dei suoi ingredienti attivi permette infatti alle colture di superare rapidamente i rallentamenti dei processi metabolici, stimolando significativamente la ripresa della crescita vegeto-produttiva. Inoltre, Megafol® svolge anche un’attività carrier in concomitanza di applicazioni fogliari aumentandone in tal modo l’efficacia.


I benefici apportati da Megafol® risiedono nella sua capacità di attivare le risposte delle piante prima ancora che si verifichi l’abbassamento termico. A conferma, l’analisi trascrittomica dopo l’applicazione di Megafol® (test su Arabidopsis thaliana) ha mostrato una significativa attivazione di alcuni geni specifici (gruppi GO) collegati alla risposta delle piante agli stress abiotici. Ciò distingue Megafol® da altri prodotti che esplicano funzioni “antigelo” tramite concentrazione di sali, poiché rispetto ad essi Megafol® attiva le risposte delle piante quando le temperature non sono ancora scese a zero.  


La dose da somministrare alle piante è di 3 litri/ettaro e va distribuita a 36-48 ore prima dell’abbassamento termico, evento meteorologico ormai prevedibile con un buon grado di approssimazione. In caso le previsioni non siano però disponibili e il ritorno di freddo fosse quindi inaspettato, Megafol® può comunque essere applicato nelle ore immediatamente successive alla gelata, intervenendo tempestivamente al fine di ristorare al meglio lo stato di sofferenza della coltura.

 

Megafol® alla prova del campo

I benefici apportati da Megafol® sono stati misurati tramite specifiche prove di campo su cultivar di pesco di elevato pregio, come la Big Top, nettarina a pasta gialla dall’elevata produttività, e la Catherine, caratterizzata da un alto contenuto di zuccheri, fenoli, flavonoidi, vitamina C e dalla più alta capacità antiossidante.  


Le prove sperimentali hanno previsto la prima applicazione a 3 litri/ettaro di Megafol® in piena fioritura (fase BBCH 65) per la cultivar Big Top e a 2,5 litri/ettaro in fase di allegagione (fase BBHCH 71) per Catherine. A questa prima applicazione ne è seguita una seconda su Big Top, sempre a 3 /litri/ettaro, a distanza di 15 giorni dalla precedente, mentre su Catherine le applicazioni successive sono state due, sempre a 2,5 litri/ettaro, anch’esse distanziate di 15 giorni l’una dall’altra.  


Alla raccolta sono stati registrati aumenti significativi di resa su entrambe le colture. Per la cultivar Big Top sono stati sfiorati i 400 quintali per ettaro, 35 in più rispetto al non trattato (+12%), mentre per la cultivar Catherine l’aumento di produzione ha segnato un importante 18% (253 quintali contro 215). Su Catherine è stato anche misurato il peso medio dei frutti, rivelando come i trattamenti con Megafol® abbiano influito positivamente anche su tale parametro incrementandolo del 4% (190,5 grammi contro 182,7). 

 

Non solo Megafol®: c’è anche Isabion®

Oltre ai tangibili benefici offerti da Megafol®, un ulteriore supporto alle colture può essere apportato da Isabion®, fertilizzante ad azione biostimolante di origine naturale. Isabion® presenta un elevato contenuto di aminoacidi ed è indicato per tutte le colture, anche in agricoltura biologica.

 

Formulato seguendo procedimenti di altissima qualità, Isabion® apporta importanti benefici alla fisiologia delle colture, le quali mostrano una migliore risposta agli stress tramite un sostanziale incremento nell'assimilazione di nutrienti. Gli effetti biostimolanti di Isabion® sono particolarmente evidenti soprattutto nei momenti in cui le piante hanno un maggior fabbisogno energetico per il loro sviluppo vegetativo e la produzione di enzimi e ormoni

 

Isabion® viene utilizzato durante l'intero ciclo di sviluppo delle colture e in particolare durante le fasi fenologiche più delicate (post trapianto, ripresa vegetativa, pre fioritura, inizio maturazione, ecc.) ed è efficace contro stress abiotici (gelate, grandine, alte temperature, ecc).